Gambolò è partito col botto un anno fa: appena aperto, subito una medaglia d'oro a Birra dell'Anno. Per carità, come tutti i concorsi non è che sia l'Oracolo di Delfi ma insomma, qualcosa vorrà pur dire. Piccola la produzione, concentrata su un ristretto numero di etichette a vocazione prevalentemente anglo-americana, quindi birre lineari e dirette, supportate da un amaro virile e sfaccettato.
La Gasoline Super è una American IPA, oggi probabilmente lo stile più diffuso e forse abusato nel mondo dell'artigianale. Piace molto e anche il neofita totale probabilmente ne ha sentito parlare se appena appena ha fiutato l'ambiente. Parliamo di birre di media alcolicità in cui naso e palato sono dominati da un luppolo fragoroso più che dagli esteri di un lievito tendenzialmente neutrale, in cui il corpo svolge solo un ruolo di supporto per un equilibrio che va necessariamente individuato nel territorio dell'amaro.
Di più: è una 15 minutes IPA, vale a dire che tutto il luppolo è gettato durante gli ultimi 15 minuti di bollitura, una tecnica "inventata" da Sam Calagione di Dogfish Head per le sue celebri 60-90-120 Minutes IPA dove utilizza il metodo della luppolatura continua in cui il luppolo viene gettato costantemente mano a mano che la bollitura del mosto prosegue. Naturalmente, a parità di unità di amaro, fare una luppolatura continua di 60 minuti oppure scaglionarla in quattro opportune gittate non cambia in maniera sensibile risultato finale, ma per il marketing questo ed altro. Qua però il significato della scelta è diverso: una lunga bollitura estrae più amaro dal luppolo ma disperde gran parte dei suoi oli essenziali che sono molto volatili. Usare tutto il luppolo negli ultimi 15 minuti significa usarne di più per ottenere la stessa quantità di amaro, aumentando e preservando l'impatto aromatico.
Esistono diverse scuole di pensiero e modi di interpretare questo stile "classico" degli Stati Uniti, compresa la maniera italiana diffusasi senza una conoscenza diretta dei migliori esempi americani e troppo spesso appesantita da qualche stucchevolezza di troppo. La Gasoline Super strizza l'occhio invece alle AIPA che piacciono a me, quelle della West Coast, che non indulgono troppo sull'ambrato, mielate più che caramellose nel corpo, di buona secchezza e con un luppolo sfrontato. L'aspetto è quindi dorato, con schiuma persistente. Descrivere gli aromi rischia davvero di annoiare, qualsiasi AIPA da che mondo è mondo triangola sempre nel perimetro agrumato-resinoso-tropicale: quanto il valore aggiunto della papaya che vince su mango e ananas? Più interessante trovare l'intersezione su cui si colloca: qui l'agrumato (arancia, pompelmo) e il tropicale vincono su una resina di conifera più lieve, coadiuvati da una esuberante e fresca nota floreale. Buona l'intensità, sebbene distante da interpretazioni più "cafone" come quelle nordeuropee. In bocca è garbata, ben attenuata ed esente da stucchevolezze, un amaro accessibile si appoggia sopra al miele d'acacia in una singolar tenzone che vede prevalere l'agrume luppolato, con qualche accenno di pane tostato ed una curiosa pennellata di fragola. A voler fare i precisini, il grado alcolico di 5.8% tecnicamente la mette a cavallo di due stili: appena più forte di una American Pale Ale, di cui conserva il carattere da session e la beverinità, e appunto le AIPA, dalle quali mutua il carattere. Facile, non irruenta, a secchiate.