Attualità

78. BARCHETTE

pubblicata il 16.03.2010

L’omino delle barchette sta seduto controluce, da poterlo ritagliare, in fondo al molo più scasso, quello con il legni che vengono via.Sta seduto nell’aria color miele e palline gialle in un’ora che troverebbe miglior causa altrove, e compone attente barchette di carta con il giornale di ieri, tutte uguali. Poi si china abbastanza da ripiegarsi, quasi mangiare i baffi muschiosi dell’ultima doga fradicia del molo, e precipita le sue belle barchette, tutte uguali, nelle onde limacciose del piccolo approdo. Le guarda allontanarsi piene di parole, che viste da questa prospettiva cambiano peso, cambiano sapore in mille spore inutili.Una bimba colorata gli si avvicina da dietro, lo osserva in tralice, mordendosi il labbro per trattenere uno sciame bizzoso di domande. I suoi passi sono così lievi che l’omino delle barchette quasi non se ne accorge, fino a quando gli si accoscia accanto e gli respira un po’ affannata sopra l’orecchio cisposo.Anf, sussurra, perché le parti?L’omino delle barchette le mostra l’ultimo armo in cantiere, rigirandolo tra le dita, Vedi, sono piene di parole che nessuno legge più.La bimba s’accalora, Sì, ma perché le parti, insiste, travasandogli addosso mezzi chili di curiosità e un oncia di prepotenza.Perché se hai parole che nessuno vuole leggere, meglio lasciarle libere di ricominciare altrove.L’omino delle barchette le insegna a piegare la carta, accuratamente, e quando la bimba lascia cadere la sua prima costruzione nell’acqua croccante del tramonto, e quando la vede strepitare, e quando la vede sorprendersi di quel tremolante navigare, sente il petto che gli salta via, risuonare delle risatine misurate e mani che battono e capelli nel vento, beh, il petto gli salta via, il petto gli salta via completamente.

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