Attualità

Anteprime | Vini ad Arte, e il Sangiovese di Romagna

pubblicata il 28.02.2012

La prima notizia traumatica è che Faenza si è trasformata in una stazione sciistica correttamente attrezzata per gli sport invernali. Se vuoi la pendenza dei campi di discesa non è inaccessibile, ma l'innevamento è garantito. Mucchioni di neve nera trattengono un terzo dei posti di parcheggio disponibili trasformando la ricerca di una piazzola in una odissea senza fine. Ci vuole una Circe, un lotofago e fors'anche una manciata di Proci per trovare il posto, dalle parti di Rimini. A piedi sotto una sciocca e fastidiosa pioggia s'arriva al Museo Internazionale della Ceramica, dove un manifesto delle dimensione di una Bisvalida della Raccolta Calciatori 66-67 informa tutti quelli che transitano a un metro di distanza che lì, ma proprio lì si svolgerà il "Master del Sangiovese 2012". Entro. La mia conoscenza del Sangiovese di Romagna è modesto, e campeggia su referenze conosciute. Rassicuranti. Rapidamente mi rendo conto che la linearità non è il tratto caratteristico di questa denominazione con referenze che spaziano dal tondo-fondo-conspezia al chiaretto-aromatico-pinotteggiante. Comprensibile, visto che la dimensione produttiva passa da Aziende da milioni di bottiglie a piccoli vignaiuoli a conduzione individuale. Da segnalazioni totalmente supine al mercato a vivaci realtà convinte delle proprie scelte anche contro corrente. Delle 22 riserve in anteprima poco è dato ricordare, visto la crudezza di molti assaggi con gli spigoli ancora troppo in evidenza per consentire ad assaggiatore "bianco" di farsi un'idea. Meglio girare tra i banchi, spaziati e ben disposti e ficcanasare - letteralmente - di qua e di là. Marta Valpiani - cantina di donne e piccoli numeri - presenta un Sangiovese DOC 2009, di agile profumazione e alcool lieve, frutto chiaro. Assaggio svelto e tiro generoso. Più profondo e complesso il Superiore 2009, con un accenno di speziature, un brivido di dolcezza, pru con una batteria tannica ruvida e convinta. Da attendere il campione di botte del potente Riserva 2008. Sorpresa - tra le segnalazioni della giornata - il Vendemmia Tardiva 2008, un IGT ottenuto da appassimento sui tralci tagliati alla base: Naso caldo con i prodotti da forno, tannini furiosi, bocca asciutta e tesa. Un bel bicchiere da approfondire. Stefano Ferrucci - La storica azienda alle prese con un cambio generazionale e di impostazione, presenta il Centurione, un Superiore 2010 che vede solo l'acciaio, dai tratti di colore leggeri: oltre la frutta sensazioni vegetali di corteccia, e una sottile riga minerale. Tannino controllato, vibrazione acida. Il famoso Domus Caia Superiore RIserva 2008 si giova di 30gg di appassimento, e di un generoso passaggio in botte. Terre di Macerato - Sorpresona della giornata i vini ultra-frutto di Franco Dalmonte, un one-man-show che dai suoi 2 ettari di vigneto trae tutto da solo 8 mila bottiglie tenute una per una. Il Colli D'Imola DOC Sangiovese, millesimo 2009, si chiama Rhod, che in celtico significa rosso: curiosamente scarico, ha questo naso sfaccettato che va dallo zucchero bruciato ai descrittori più consueti. L'assaggio va via lesto lasciando buoni ricordi e un senso di personalità. Il Superiore Audace, classe 2008, è appena più profondo, trattenendo il frutto sotto alcool e spezie (cannella, chiodo). Micidiale la coerenza dell'assaggio. La Berta. L'azienda di Brisighella ha attraversato qualche cambiamento societario, e presenta un Sangiovese 2011 ancora troppo crudo per essere interpretato. L'Olmatello Riserva 2008 ha naso leggero non ostante il legno, e assaggio deciso anche se non particolarmente incisivo. Anche più diafano il Solano Superiore '10, che porta però un bel carico di tannini e un lieve gesto di finezza nell'assaggio. Cà di Sopra. Altra azienda giovanissima e appassionata, con il suo Crepe Superiore di ROmagna 2010 che alluna una frutta leggera sulla botta alcoolica, palusibile al sorso con la batteria tannica in ordine e bello e pulito. Magari ancora non troppo caratterizzato. l'IGT Cadisopra dice di barriques per 12 mesi, per un naso più serio ed anche più scuro, non senza una venatura silvana. Austero, non privo di spigoli. Nicolucci - Casetto dei Mandorli.  La storicissima Casa di predappio presenta il Superiore 2010 vibrante d'alcool e di frutta fresca, bello dritto e convinto. Semplice, ma convinto. Il Superiore Tre Rocche 2010 vede la botte grande e sprigiona elementi non alieni da una forma primeva di eleganza, non ostante il vigoroso tannino.La Riserva Vigna del Generale 2008 Predappio di Predappio ha dalla sua una interpretazione classica del vitigno: qualche tratto di dolcezza e uno svolgimento lucido, con tannini potenti ma levigati. E lunghissimo. Paolo Francesconi. Le bio-bottiglie di Francesconi sono stata la seconda epifania della giornata: il Superiore Limbecca 2009 ha questo che di terra sulla frutta matura che infila un punto di morbidezza dell'assaggio: poi s'eleva sul combinato di tannini ed alcool in un finale davvero esplosivo. Su tutti - forse il bicchiere più fervido della giornata - il Superiore Riserva 2007, finalmente un assaggio con qualche anno addosso. Una bella espressione sevra, quasi fumè, erto su finezze. L'assaggi e ti regala un'austera eleganza. Se vuoi non imperioso ma che ce ne facciamo dell'imperio, che è bello così. Giovanna Madonia. Verso Bertinoro la Casa di Giovanna Madonia, che regala al Sangiovese un tocco cosmopolita con etichette raffinate e scelte stilitiche precise. Il Forlì Sangiovese Tenentino 2009 ha profumi eleganti, non alieni da qualche ricordo officinale. Semplice ma asciutto, già maturo e pronto. Il Superiore Fermavento 2009 è ancora più convincente: compiuto con quel corredo di crosta di pane e di animale, in ricca tensione. Anche l'assaggio convince, privo di asperità ma anche felice, tannino setoso, finale allungato. Il bicchiere più convincente del tavolo. Più indulgente la riserva l'Ombroso 2007, che ha sì più profondità, ma con rotondità che limano il carattere. Per questa volta: basta.

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