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Appunti Diviàggio | Can Roca a Girona

pubblicata il 16.08.2012

C'è che sei seduto dentro un boschetto di betulle dentro il ristorante, ma cristalli cristallini ti evitano l'afa, e l'aria confezionata ti culla. C'è che questi 500 semidei ti si muovono attorno, ed ogni loro gesto parola respiro è fatto d'amore e pace. C'è poi che se ti abbandoni al menù, magari anche con gli abbinamenti, ti incarti in un ingranaggio di perfezione assoluta: tic e tac, il piatto il bicchiere, la spiega e il saluto. Una cosa da 14 puntate e dispari, con aperitivos e soci.
Poi c'è la cucina: che è un avvenimento in sequenza, fatta di folgori e fulmini, di frammenti pescati nella memoria e schegge precipitate qui tra di noi dal dopodomani.
E c'è la continuità, l'omogeneità del livello dei piatti: bellissimi senza essere esoterici, lanciati senza essere alchemici.
Alla fine quando arriva il conto conti tanti euri: ma dici beh.

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