Atkins, Dukan e Keto: benefici e rischi delle diete low-carb che piacciono alle dive
A volte ritornano, nel senso che ciclicamente se ne torna a parlare, soprattutto in certi periodi dell’anno, solitamente quelli che precedono l’estate e la temuta “prova costume” oppure quelli che seguono le grandi abbuffate legate alle feste religiose, dalla Pasqua al Natale. Sono le cosiddette diete iperproteiche o comunque low-carb, cioè quelle che riducono al minimo (o addirittura azzerano) il consumo di carboidrati e invece incentivano quello di alimenti contenenti molte proteine. Pur con alcune differenze fra loro, le più note e utilizzate fra le diete a base di proteine sono la chetogenica (detta anche Keto), la Atkins e la Dukan, elencate qui dalla più antica alla più recente: la prima risale addirittura agli anni Venti del secolo scorso, mentre le ultime due, che hanno preso il nome dalle persone che le hanno inventate, sono nate fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, rispettivamente negli Stati Uniti e in Francia. A volte ritornano anche in base a quanto ne parlano le celebrità, come hanno dimostrato di recente i casi delle cantanti Adele e Noemi, con le ricerche online per “dieta Sirt” e “metodo Tabata” schizzate alle stelle: secondo le riviste di gossip, fra gli amanti della Keto ci sarebbero le attrici Halle Berry, Vanessa Hudgens e Gwyneth Paltrow, le influencer Kourtney e Kim Kardashian e il cestista LeBron James, mentre l’attore Rob Lowe, celebre sex symbol anni ‘80, mangerebbe solo seguendo i dettami della Atkins e Kate Middleton avrebbe utilizzato la Dukan per perdere peso prima del matrimonio col principe William.
Che cosa si mangia nelle diete iperproteiche
A livelli di intensità diversi, tutte e 3 puntano in qualche modo a ingannare il nostro metabolismo, togliendogli le principali fonti di energia, cioè carboidrati e zuccheri: si mangia, ma non si mangia abbastanza perché il nostro corpo abbia sufficiente “benzina” per funzionare. Che cosa succede, a quel punto? Semplificando, che il nostro organismo inizia ad accedere alle riserve che ha accumulato nel tempo: i grassi in eccesso vengono consumati per garantire la piena operatività di tutte le funzioni corporee. Che è il motivo per cui con queste diete si dimagrisce tanto e tanto rapidamente.
Sul Cucchiaio abbiamo scritto della dieta Keto poco più di un anno fa, e sono ancora valide le indicazioni sui cibi “giusti” che ci diede allora la biologa nutrizionista Elisa Vasa: sono soprattutto alimenti grassi e fonti di proteine, come frutta secca, olio extravergine, olive, avocado, burro chiarificato, ma anche carne, pesce, latticini, uova e verdure a basso contenuto glucidico (perché è necessario ridurre l’apporto di zuccheri); poi, pochissima frutta (la ragione sono sempre gli zuccheri) e nemmeno un grammo di carboidrati complessi, come pasta, pane, riso e patate.
Questo concetto, quello dell’assenza pressoché totale degli alimenti che stanno alla base della dieta mediterranea (che fra l’altro è salutare sia per noi sia per la Terra), si ritrova anche nella severissima dieta Dukan e in misura minore pure nella Atkins.
La prima, nata in Francia a metà degli anni Settanta e diventata un libro di grande successo una ventina d’anni dopo, prende il nome dall’ex nutrizionista Pierre Dukan, che è stato cancellato dall’ordine dei Medici francese un paio di anni dopo essere andato in pensione: prevede il consumo esclusivo di un centinaio di alimenti “approvati” ed è divisa in fasi, con quelle finali che concedono anche qualche (piccolo) strappo alle regole. La seconda, che arriva dagli Stati Uniti, è stata teorizzata in un libro pubblicato all’inizio degli Anni ‘70 dal cardiologo Robert Atkins: da allora, è stata a lungo fra le diete più amate dagli americani e richiede a grandi linee l’applicazione degli stessi princìpi delle altre due, che nel tempo l’hanno poi superata in popolarità e diffusione. Con una differenza importante: la dieta Atkins permette il consumo di una quota variabile (a seconda della corporatura della persona) di carboidrati, generalmente non più di 20-50 grammi al giorno.
Diete iperproteiche, quali sono i benefici
Come detto all’inizio, il vantaggio più evidente è che con queste diete si dimagrisce, tanto e rapidamente. E non potrebbe essere altrimenti: il nostro corpo pensa che lo stiamo costringendo al digiuno, perché non riceve abbastanza nutrienti da quello che mangiamo, e dunque consuma quello che ha. Con la dieta Keto e con la Atkins si può arrivare a perdere anche 2-4 kg alla settimana, che è la ragione principale per cui questi regimi alimentari vengono spesso scelti dai bodybuilder o da chi ha desiderio (o necessità) di ridurre rapidamente il peso.
Gli altri aspetti positivi delle diete iperproteiche o comunque ad alto tasso di proteine sono che sono relativamente facili da seguire (almeno all’inizio), perché non richiedono la fastidiosa conta delle calorie o delle quantità, ma solo di stare attenti nello scegliere i cibi raccomandati; danno rapidamente la sensazione di sazietà e una volta a regime, cioè quando si iniziano a vedere i primi risultati, hanno effetti positivi sull’umore.
Diete iperproteiche, quali sono i rischi
Come tutte le medaglie, anche questa ha però due facce. E l’altra faccia di Atkins, Dukan e Keto è piuttosto brutta, perché sul lungo periodo l’assenza di alcuni nutrienti può avere gravi conseguenze a livello non solo fisico, ma anche psicologico. Il problema più grande, soprattutto con la dieta chetogenica, è che il consumo prolungato solo di un certo tipo di alimenti può provocare uno squilibrio a livello metabolico, con accumulo nel sangue di corpi chetonici che possono (fra l’altro) danneggiare il fegato.
Non è solo questo: tutte le diete low-carb sono parecchio difficili da incominciare perché prevedono un deciso cambiamento delle consuetudini alimentari soprattutto per noi italiani, che siamo storicamente abituati a consumare grandi quantità di pane e pasta. E una volta passato l’entusiasmo iniziale, in cui si vedono i primi, concreti effetti relativi alla riduzione della massa grassa, sono difficili anche da mantenere nel tempo, a prescindere dai possibili effetti negativi dal punto di vista della salute: è scientificamente provato che i carboidrati stimolano la produzione della serotonina, il cosiddetto ormone della felicità (ne abbiamo parlato cercando di spiegare perché ci piaccia così tanto il junk food), e privarsene a lungo può avere conseguenze pessime sull’umore.
Anche per questo, è facile che queste diete vengano abbandonate rapidamente, magari una volta che si è raggiunto l’obiettivo che ci si era prefissati, però con il rischio che si torni quindi a riguadagnare il peso che si era perduto: “Al di là dei problemi legati alla salute - ci ha confermato al telefono la nutrizionista Erika Pastore - sono diete che non vanno bene anche da un punto di vista culturale, non sono sostenibili a lungo termine, non sono educative e appena abbandonate portano a riprendere tutto quello che si era perso”. Spesso anche “con gli interessi, per un pericoloso meccanismo psicologico di compensazione”.
La dieta iperproteica va bene per me?
Considerato tutto questo, visto il concreto rischio di avere effetti negativi dal punto di vista fisico e psicologico, la risposta a questa domanda è più o meno quella data quando abbiamo raccontato del drastico dimagrimento di Noemi e anche quando abbiamo scritto del fenomeno del digiuno intermittente: prima di provarci, meglio sentire il parere di un medico che ci aiuti a capire se queste diete vanno bene per noi.
Immagine di apertura profilo Instagram Gwyneth Paltrow
Articolo di Emanuele Capone
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