Attualità

Autochtona, e il Lagrein

pubblicata il 25.10.2012

L'idea di trovare una bordata di bicchieroni atesini scuri e sanguinosi, tesi e pieni di polpa in effetti mi ha subito acchiappato. Perciò la proposta di partecipare a Tasting Lagrein - fiera nella fiera - in occasione di Autochtona 2012 a Bolzano è andata subito a segno. In tutta sincerità anche l'idea di infilare il naso nei bicchiere a fianco a quelli bravi da un lato mi intrigava, dall'altro mi incuteva anche un minimo di riverenza: non sono abituato agli assaggi seriali, dalla liturgia del rilascio, i punti sparati a mitraglia. In giuria, per citarne solo alcuni,  Alessandro Masnaghetti, cui faccio un leggero inchino quando lo incontro per la prima volta, Walter Speller e tutto il suo corredo di acume anglosassone, Pieluigi Gorgoni che pare animato da un fuoco interiore. Gli altri, quelli che non conosco, quelli di cui non parlo la lingua ma leggo le espressioni. Le prime serie riguardano il Lagrein d'annata. Sono sorpreso dall'elettricità dei campioni: dove mi aspettavo le cascate fruttolose ho tannini furiosi e alcool vivissimo. I nasi sono asciutti, spesso ancora scalcianti. Vini spesso in evoluzione, sorsi come istantanee sgomitanti. Sbircio i compiti dei miei compagni di banco, e vedo che il n.2 prende numeri alti, in sintonia con il mio. Ouststanding, direbbe Uòlter Speller. Sarà il Lagrein 2011 di Maso Mayr-Unterganzner Erbhof a ricevere il premio, in rappresentanza di un manipolo di produttori generosamente avvinti dall'amore per questo vitigno. Probabilmente il più pronto, di certo il più composto. La competizione sulla Riserva é stata particolarmente serrata non ostante l'eterogeneità dei campioni: due annate, '9 e '10, e presenza anche di "selezioni" che non sono tecnicamente Riserva ma sono invecchiate come riserva e non possono essere emsse a confronto con i Lagrein d'annata. Dunque un notevole livellamento dei partecipanti. Le caratteristiche del Lagrain sono uscite nette, con privilegio per il vigore del sorso in contrapposizione alla carnosità spostata lodevolmente in secondo piano. Dunque bicchieri che per composizione e architettura risultano nervosi, tesi, magari a volte un po' ritrosi a disvelarsi. Dovessi dire tre parole sul "Mirell" 2010 Ansitz Waldgries, Award Lagrein Riserva 2012,  direi: oscuro, sanguinoso, serio e severo al naso, con questa memoria di armadi, di cappotti, di dispense delle case di campagna dove le masserizie si mescolano. Solo un accenno di dolcezza giustapposta alla potenza dell'alcol, che si stampa a lungo sul palato. Autochtona è una piccola realtà decisa a crescere: metri quadrati pochi, cuore tanto a vedere la folla che stipava l'angolo di Fiera Bolzano che le era riservato, con i banchi d'assaggio letteralmente presi d'assalto. Una nicchia, quella dei vitigni autoctoni, coltivata con amore.

Condividi

LEGGI ANCHE