Attualità

Bocche della Verità | Monòpoli

pubblicata il 25.07.2011

La principessa piccola torna trionfante: ha trovato la scatola originale del 1969 di Monòpoli, la mia. E' consunta, usata, e porta i segni di tante ore giocate: ma è integra. Allora ne avevamo pochi, di giuochi, e ne avevamo cura. Anche perchè la sanzione era impietosa: cento frustate, per lasciare pezzi in giro; manate a grappoli se lo rovinavi. Certo, la cura costruttiva dei giuochi da tavolo anni sessanta era cosa di un altro sistema spaziotemporale: questi segnalini di legno dipinti a mano; quelle case fatte una per una, una diversa dall'altra; gli alberghi rosso Ferrari. Quarantadue anni: certo, i contratti sono un po' gualciti e i soldini hanno le orecchie, ma ci può giocare eccome. Ho perso solo i dadi: li ricordo ancora: rossi, piccoli, con i puntini d'oro. La principessa piccola guarda con occhi di diamante quelle cose di un altro secolo: continua a disporre davanti a sè le case, in file ordinate intervallate dalle fiamme scarlatte degli alberghi. E i nomi: Bastioni Gran Sasso, il Viale dei Giardini, Vicolo Stretto e la Società Elettrica. Imprevisti e Probabilità, scritti in un linguaggio polveroso ma pieno di una asciutta dignità. Prepariamo il tabellone, ha subito i segni del tempo ma è ancora leggibile. Scegliamo i segnali: lei mi guarda e dice "Papà, tu prendi il fiasco eh".

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