Attualità

Cantina della Volta | La seconda Volta di Christian Bellei

pubblicata il 13.04.2011

Avevo una particolare predilezione per l'Ancestrale. Io che vivo in terre lambrusche, avevo da tempo abbandonato ogni speranza di bere un bicchiere decente del frutto delle vigne che mi stanno attorno a casa, quando ho assaggiato per la prima volta il rifermentato in bottiglia di casa Bellei. Molto tempo fa e con moderata consapevolezza [eufemismo] ma con sorpresa: per l'aspetto incurante delle imperanti tendenza cristalline, e per la seducente variabilità del vino dal primo sorso al fondo della bottiglia. È stata forse la mia personale miccia per la focosa passione nei confronti della Nouvelle Vague Lambruschista, la saga dei non-lambruschi sapidi e irriverenti che nel cuor mi stanno. Vicende alterne della cantina di Christian Bellei l'han perso di vista, ma sapevo del suo progetto: perciò è stato facile aderire all'invito del prodigo Beppe Palmieri - sommelier dell'Osteria Francescana a Modena - che mi ha spifferato nell'orecchio "sentirai un grande lambrusco". Palmieri è Lucano: dalla piccola Lucania ha portato l'amore sanguigno per le cose che lo intrigano, che ama senza compromessi. Dunque sì, andiamo ad assaggiare questi nuovi Bellei, sotto il marchio Cantina della Volta.
Nella piccola ma curatissima sede di Bomporto si svolge una rappresentazione di spessore raro, alla ricerca di una nuova dignità per le uve Lambrusche a partire dalla vigna. Per prima cosa cosa la raccolta manuale, che pare una specie in via di estinzione dalle parti di Sorbara. Poi le pressature, studiate millimetricamente per ottenere la massima resa in termini di qualità, di punto di colore, di intensità, abbandonando la mitologia del quanto. Un percorso che parte dalla storia del fondatore, passa da Epernay, e termina in questo lavoro fitto e poderoso di riposizionamento del lambrusco: un cristallino Sorbara rifermentato in bottiglia, e un Metodo Classico "corto", pronto in nove mesi.Solo ad alcuni interesseranno le tecniche di vinificazione: agli appassionati basterà sapere che la sapienza, sottobraccio alla tecnologia, viene messa al servizio di un progetto rigoroso, dagli obiettivi chiari e dichiarati: produrre il miglior Sorbara possibile.Rimosso, Lambrusco di Sorbara DOC 2009
Ha il tipico colore rosa-viola del Sorbara, leggero e brillante, solo più intenso e deciso. Inizialmente cristallino, diventa più cupo e malmostoso verso il fondo della bottiglia dove peraltro esprime un meglio di sè generoso e vitale, per nulla ritroso. La spuma è rosa della rosa canina, sorprendentemenete timida. Al suo dissolversi il Rimosso si ferma. Anche i  profumi nel bicchiere cambiano nel corso della bottiglia: inizialmente pulito, anzi aritmeticamente pulito attorno ai varietali - fragolina, ciliegia, tratti di marasca - sul fondo si fa oscuro, occultando le freschezze sotto severi coperchi di botte. Anche l'assaggio evolve, addirittura migliorando: dove inizialmente appare fulminato dalle rasoiate acide, bello e gaio ma un filo svolazzante, verso il finale si increspa di depositi perdendo la vena patinata iniziale e giocando su toni più asciutti, nodosi e vibranti. Facile da bere, lindo e salino seppur non troppo persistente.Metodo Classico Lambrusco di Modena Spumante DOC 2009
Millesimato 2009, proprio un Metodo Classico: lieviti, remuage e degorgement dopo un breve affinamento, fermato a 9 mesi. Apre con una spuma reboante:  rosa classico, enorme e cremosa. Il colore è la versione intensa del rosa-rosso del Sorbara, appena più scarico del Rimosso, molto brillante e lineare. Il perlaggio è fine ed evidente, e si conserva a lungo. Declina dopo molti minuti, fino a rendersi quasi impercettibile. Il naso è combattuto tra i varietali, esili, e il sentori tipici del Metodo, più secchi ma comunque sottili. L'assaggio rivela la forza salina dell'effervescenza, larga e tenace, tanto da lasciare scarso spazio alle coerenze. Il corpo risulta così etereo: elegante, di una eleganza diafana e circoscritta, soave ma a tratti sottile. Poiettato, si regge a lungo sulla vibrazine ammandorlata, larga sul palato al termine del sorso.Due Lambruschi scritti per fare scuola e sensazione: di certo unici.

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