Attualità

Chiudetemi nella cantina del Palais Coburg e buttate la chiave. Non soffrirò. Ma armatemi di cavatappi.

pubblicata il 27.06.2012

Non so voi, ma io non avevo mai visto nella mia vita un Mathusalem di La Tache del Domaine Romanée Conti, figuriamoci poi del 1988. Questo almeno  prima di andare in pellegrinaggio alla Mecca delle cantine, la terza più ampia carta dei vini di un ristorante al mondo, quella del Palais Coburg di Vienna. Da fuori certo l'architettura è prestigiosa e regale, come tutti i palazzi viennesi, ma ciò che racchiude è ben più prezioso e raro. Si tratta della terza collezione di vino più ampia del mondo, con 60 mila bottiglie tra le più prestigiose produzioni, con la Francia a farla da padrona incontrastata, Bordeaux e Borgogna su tutte. A far da guida nel dedalo delle 6 cantine tematiche c'è Maximilian Wilm, un giovane sommelier 24enne le cui impronte digitali sono registrate nel sistema di sicurezza per l'accesso alle sale della Cave, e cui è toccato stappare bottglie di Chateau Lafite dell'82 ad "assetati" russi alle 10 del mattino, e con lui che parla e sorride per l'incessante stupore sul mio volto, scendiamo nell'arca del tesoro. Un piano del "discensore" è intitolato con una targhetta metallica alla Maison Dom Perignon, che al  -1  ha una  sua Lounge, buio salottino psichedelico puntellato di bottiglie della collezione Wharol, mentre parecchie altre riposano su pupitres insieme a Salon, Krug, Cristal di ogni vintage nella celletta delle bollicine ("No Franciacorta here Sirs! I'm sorry But once I saw a bottle Anamaria Clamenti" ..vabbè..). I sotterranei del Palais Coburg custodiscono attualmente più di 60.000 bottiglie di pregiati vini distribuite su quattro secoli per un totale di 5000 differenti etichette. Qui si trovano vini rarissimi, tra cui la più antica collezione di 100 annate di Chateau d'Yquem a partire dal 1893, e la bottiglia del 1811 quotata a 75.000 €. Tra i tesori c'è anche un esemplare di quello che è probabilmente la più antica bottiglia e ancora bevibile nel mondo del vino, l'Apostelwein Rüdesheimer del 1727. per non parlare della collezione completa di Château Mouton-Rothschild dal 1945 ad oggi. La maggior parte dei vini conservati nella Wine Archive Palais Coburg è stata acquistata alle aste di case di fama mondiale quali Sotheby e Christie, o da collezionisti privati che potessero documentare precisamente la provenienza e garantire la condizione ottimale di conservazione delle bottiglia. Vittima di una forma vinicola di sindrome di Sthendal sono quasi svenuta abbracciando un jeroboam di Romanée Conti, e prima di andare via con gli occhi brillanti di gioia ho fatto una foto con una bottiglia di Chateau Petrus del 1961,la 0,75 più cara in vendita con un prezzo in carta di 200.000 €, in attesa di un magnate russo o arabo che voglia farmene dono. ps. se vi state chiedendo che fine abbia fatto l'Italia in questo santuario del vino, beh, si trova nella "Cantina del Vecchio Mondo" insieme a Germania, Austria e Svizzera: Supertuscan, Gaja e poco (spesso irragionevole) altro. Vive la France! [gallery link="file" order="DESC" orderby="post_date"]

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