Consigli smart per non sprecare
Come si fa a non sprecare? Si possono dare dei consigli intelligenti, smart come si dice oggi, per ridurre lo spreco domestico che solo in Italia vale quanto una manovra finanziaria (12 miliardi di Euro secondo le ultime rilevazioni di Waste Watcher, l'osservatorio sullo spreco domestico di Last MinuteMarket)? Eccone tre, quelli essenziali, più semplici, intuitivi, tutti fattibili e legati tre momenti importanti della "vita" del cibo: l'approvvigionamento (spesa), la conservazione (frigorifero) e la preparazione (cucina). 1. La spesa La lotta allo spreco di cibo inizia con la scelta e la programmazione degli acquisti e dei pasti. Evitiamo acquisti sbagliati, frettolosi e eccessivi, guidati dalle offerte 3x2 dei supermercati, dalle confezioni maxi-risparmio o dagli sconti. Controlliamo cosa ci serve e cosa abbiamo già superando la "sindrome della dispensa vuota". Facciamo una lista in base alle reali esigenze. Evitiamo di andare a fare la spesa a digiuno, le tentazioni potrebbero aumentare. Rispettiamo la stagionalità negli acquisti, soprattutto di frutta e verdura, e l’origine del prodotto. Impariamo a leggere le etichette, rappresentano la carta di identità degli alimenti. Attenzione alle scadenze e al loro significato reale. "Da consumare entro il ..." significa che l’alimento è idoneo al consumo solo fino al giorno indicato (latte, yogurt) sapendo che c'è per tutti i prodotti un minimo di tolleranza. Mentre "da consumarsi preferibilmente entro il …" indica la data fino alla quale il prodotto conserva le sue qualità specifiche. In questo caso, gli alimenti risultano idonei al consumo anche successivamente al giorno o mese indicato. Non vanno gettati via. In tutti i casi bisogna sempre verificare il contenuto usando il nostro primo laboratorio sensoriale: vista, olfatto, gusto... e naturalmente il buon senso.
2. Il frigorifero Il passo successivo è scartare le confezioni - attenzione agli imballaggi e alla raccolta differenziata - e riporre la spesa nel frigorifero: elettrodomestico che serve alla preservazione degli alimenti mediante la bassa temperatura. Bisogna fare attenzione al ripiano giusto dato che la temperatura non è omogenea. Così, dal basso all’alto mettiamo: frutta e verdura cruda (6°C); pesce e crostacei, carne cruda (0/2°C); pesce e carne cotta, insalata prelavata, piatti cucinati, pasticceria fresca, panna (2/3°C); affettati, carni, formaggi (3/4°C); uova, conserve aperte (4/%°C). Inoltre è utile far ruotare i prodotti, mettendo davanti quelli più deperibili e a breve scadenza. Molto spesso i prodotti lasciati "indietro" tendono a marcire o a scadere in frigo andando ad aggiungersi ai rifiuti. Vanno dunque "ruotati". Molto può essere congelato: prodotti freschi, pane e avanzi già porzionati. Vale la pena annotare sul sacchetto o sul contenitore il contenuto e il giorno.
3. La cucina
Cucinare in eccesso porta spesso a dover gestire avanzi che non siamo in grado o che non abbiamo voglia di consumare nei giorni successivi e che finiscono poi direttamente nel bidone della spazzatura. Quando cuciniamo bisogna fare sempre attenzione alle quantità. Per riutilizzare gli alimenti avanzati e gli scarti alimentari esiste ormai una "letteratura" sterminata: in questo campo non c’è nulla inventare ma soltanto da provare. Si può dividere la cucina degli scarti (bucce di patata, gambi di spinaci, insalata appassita, latte cagliato, teste di pesce) da quella propriamente degli avanzi (riso, pane, carne). Se comunque il cibo è troppo e non si può congelare o riciclare, può essere condiviso immediatamente con amici e vicini di casa. È anche un modo per creare occasioni di scambio, convivialità e socialità.
Tre mosse, un bignami di economia domestica, disciplina che abbiamo perso nella nostra formazione scolastica ma che invece andrebbe rispristinata come educazione alimentare. Per non sprecare dobbiamo ripartire da qui.
di Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all'Università di Bologna
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