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Che cos'è la paleodieta?

pubblicata il 30.01.2017

La tendenza viene dal tempo delle caverne e là ci vuole riportare, almeno dal punto di vista nutrizionale. La dieta paleo è stata la più cercata su Google già nel 2013 e c'è stato chi allora scommetteva sulla sua sopravvivenza. Ebbene non solo ha resistito nel tempo ma a giudicare dalle ricette dedicate che popolano blog e social e dalle pubblicazioni in libreria gode ancora di buona salute.

Il seguito non era scontato, soprattutto in Italia, per un regime alimentare che bandisce cereali e latticini, chiede di sostituire brioche e cappuccino con una colazione a base di pollo condito con salsa e mezzo avocado oppure con bresaola e qualche fetta di cocco fresco, propone pranzi e cene che assomigliano alla colazione con qualche verdura in più.

Più che di dieta si tratta di uno stile di vita messo a punto negli Stati Uniti da Loren Cordain, della Colorado State University, autore di “The Paleo Diet” e di “Paleo Diet for Athletes”. Il libro più popolare in Italia, quello da cui si consiglia di partire per saperne di più, è “La paleo dieta”, di Robb Wolf, biochimico e allenatore. Alunno di Cordain. Wolf ha l'indubbio merito di trattare temi anche scientifici in modo divulgativo, con uno stile leggero a tratti umoristico. Se noi rispettiamo le regole imposte dalla nostra evoluzione e quindi dalla genetica anche per quanto riguarda l'alimentazione, è l'assunto da cui parte, non possiamo che stare bene. Proprio perché il nostro Dna è identico a quello dell'uomo del Paleolitico. Allora gli esseri umani erano forti, magri, dice, e non soffrivano di patologie oggi frequenti come malattie cardiovascolari, tumori, diabete, malattie autoimmuni, obesità, anche di infertilità, miopia e carie. Almeno fino a quando sono stati raccoglitori e cacciatori. La rivoluzione agricola, che li ha resi agricoltori e stanziali, è stato il punto di rottura sulla linea di una vita salutare, perché li ha portati ad adottare cereali, legumi e latticini.

Ma cosa significa ricalcare lo stile di vita dei nostri antenati? Fare esercizio fisico, concedersi un numero adeguato di ore di sonno e di relax, prendere qualche integratore e, soprattutto, scegliere bene cosa mangiare e cosa no. I cereali sono messi al bando (causano problemi di malassorbimento e possono dare dipendenza, scrive Wolf). Tra i grassi, non sono ammessi quelli trans. Latticini e legumi danno problemi simili ai cereali. Solo il burro da latte di animali alimentati a erba può essere usato occasionalmente. Verdura e frutta sono importanti tanto che si consiglia di fare la spesa partendo da questo reparto del supermercato. Dominano carne, pesce e pollame. Tra i pesci sardine, sgombro e salmone del Pacifico. Meglio pesce pescato e selvaggio per le alti percentuali di omega3 e omega 6. Il tutto per tre pasti al giorno, spuntini facoltativi e spesso a base di carne secca, porzioni da regolare a seconda delle esigenze.

La tesi su cui si basa questo regime è di certo suggestiva, ma non inattaccabile. Non mancano le critiche: è accusato di essere poco o nulla sostenibile per l'ambiente e sbilanciato da un punto di vista nutrizionale. C'è chi, tra gli esperti, dubita che possa mettere al riparo da malattie oggi diffuse e chi fa notare come l'organismo dell'uomo moderno si sia adeguato al consumo di alimenti “nuovi” come latticini e cereali. Inoltre si fatica a pensare che la nostra vita sedentaria possa richiedere lo stesso dispendio energetico di quella degli antichi.

Si possono comunque trarre degli spunti salutari, come quello di scegliere alimenti quanto più naturali possibili e grassi “buoni”. Soprattutto si può cedere alla tentazione di cimentarsi in piatti da cavernicoli da condividere sui social e da gustare. Le sperimentazioni si spingono fino alla difficile impresa di conciliare un piatto paleo con la dieta mediterranea: c'è chi si è inventato la paleo pizza dove, al posto della farina tradizionale c'è quella di mandorle.

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