Attualità

Dove si ammette senza pudore una inconfessabile dipendenza

pubblicata il 25.11.2007

Entrò nel tunnel della sambuca appena raggiunta la pubertà, verso i trentacinque anni. Cominciò con quelle leggere, popolari: la Molinari che qui da noi in camapagna trovi anche nei caffè più terrafondai. Facile, ruffiana, zuccherina e nulla più. Crescendo volle provare la Ramazzotti: più secca, quasi arcigna, ma una volta che t'ha preso non ti lascia. Il caffè delle moca generosamente corretto divenne la bevanda inevitabile, e senza la cura quotidiana la vita iniziava a diventare grigia e blu. Poi fu l'abisso. Inciampò in una seducente bottiglia di Sambuca Averna: ben proposta dai tecnocrati del Marketing di Guerra, la Averna è tonda e piena, asciutta e corroborante, quasi un cordiale. Bastano poche applicazioni per non poterne più fare a meno. Fortunatamente è meno diffusa delle lontane cuggine, e se il tuo pusher non la conosce, ti puoi - forse - salvare.

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