Attualità

Dove si dimostra che si può sopravvivere

pubblicata il 01.03.2008

Il dilemma del viaggiatore che viaggia ogni giorno di ogni settimana di ogni mese di ogni anno, e che spesso intrattiene queste defatiganti colazioni di lavoro è "ci fermiamo a mangiare qualcosa". Ecco allora che il viaggiatore che per caso è anche un goloso viene sapientemente strizzato nella morsa del dubbio: ristorante con consenguente rallentamento dell'attività encefalica per il resto della giornata o trattoriadeicamionisti / barettino / tavolacalda con abbreviazione della propria vita papillare e non di circa sei mesi? Ebbene, il bravo viaggiatore ha quesi suoi rifugi dove si ferma con il sorriso, sicuro di uscire con il modesto appetito saziato, il palato appagato e il portafoglio rispettato. Lo Scudo a Soave è tutto ciò. Se ne disse altrove. Ma vale la pena di ricordare una sosta molto casuale con parole-di-soldi attorno al tavolo, in cui oltre a discutere di noiose questioni professionali potrai anche strappare via un mezzo sorriso alla giornata. Ecco dunque l'aereo cestino di patate con pesto e tartufo nero, ecco i bigoli con il sugo d'anatra all'arancia, ecco dunque il semifreddo di banana con ganache al cioccolato. Chiederai un bicchiere e potrai avere un ottimo Soave o un potabile Valpolicella, e in chiusura lo spettacolare caffè della Torrefazione Giamaica. L'ambiente è rilassato e confortevole assai, il servizio è di gran classe, e sarai amato senza se e senza ma. Verrai via con 35 euri di meno, tutto compreso, pronto ad affrontare il duro pomeriggio di meetings, breafings, leasings.

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