Attualità

D'Uffizi | Bollicine sì, ma senza amour

pubblicata il 23.11.2011

Eppure Giulio, uno dei Papilli, me lo scrisse sul faccialibro: "non dirmi che è comic sans, ti prego, non dirmelo". In effetti i primi sospetti dovevano sorgere imperiosi davanti a quello che sembra lo stilema grafico ineluttabile, font di ogni male. E invece no, niente, la mia fede imperterrita e bevitrice mi ha condotto, un sabato pomeriggio, davanti alla Rocca dei Rossi, in quel di S. Secondo Parmense, per Bollicine Mon Amour.Spiazzante da un lato, estremamente gratificante dall'altro, è stata la vuotezza imponente e cinquecentesca della Sala delle Gesta Rossiane, dove si aggiravano pochi e sorridenti visitatori, trafitti dagli sguardi cupi di produttori preoccupati. Situazione ideale per poter parlare e non urlare di biodinamica certificata con Laure Réaut, figlia di Alain, proprietario raccoglitore di Courteron dal baffo severo come i suoi vini, dritti e spinti che sembrano appuntiti, meravigliosamente appuntiti (i vini, ma anche i baffi). L'insospettabile assenza di pubblico mi ha permesso anche di disquisire sul come e sul perché può essere così differente un Moscato con Vincent Achard, mirabolante produttore di Dié, con i suoi Cremant ancestrali, profumatissimi e scontrosi, unici.Ma si sa, l'illusione è il lusso della gioventù, e così, in pochi, definitivi istanti, le sale della Rocca venivano rumorosamente ed inesorabilmente espugnate da: intere squadre di giovani e aitanti rugbisti amatoriali, noti degustatori di Cremant alsaziani; roboanti coppie di amici-nemici accoppiate in quadriglie scalcianti e scoordinate; branchi di lucidi ed inamidati uomini quarantenni dal fascinoso accento parmigiano; sudatissimi portatori di ghiaccio che durante l'eterno tragitto tra meandri, scale e banchetti diveniva acqua; gregge di tiratissime e taccatissime trentenni dal fascinoso accento slavo; roteatori di calici dagli improbabili nomi di cantanti di tango; l'intero comitato esecutivo della bocciofila "Giovannino Guareschi"; misteriosi e pericolosissimi sbandieratori in calzamaglia; sfinite famiglie con passeggini triposto larghi quanto una Maserati Quattroporte blindata.La situazione si faceva preoccupante: gli champagne si scaldavano, i banchetti scomparivano, i produttori ancora si preoccupavano, le sputacchiere traboccanti sputacchiavano. Faticosamente guadagnavo l'uscita e, ripensando ai venti europei spesi ed ai pochissimi brividi di piacere pervenuti, pensavo: mai fidarsi del comic sans e di tutto ciò che gli somiglia. Mai.Immagine liberamente assemblata utilizzando il catalogo espositori della manifestazione

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