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Vermentino in cinque modi, come le dita di una mano.

pubblicata il 29.03.2011

Sono sardo. Così, prima o poi, la devi fare quella scelta: restare o andare via. Io sono andato via, sono venuto in continente. Ma pezzi d'Isola non li ho mai lasciati, li porto con me. L'amore per il vino, per la terra, per la schiettezza. L'amore per il Vermentino. Vitigno difficile, scorbutico, da trattare con rispetto, in vigna e in cantina. Sole, terra spaccata, roccia, sale, macchia. Questo è il suo territorio. Che poi, sull'Isola, ci sono due racconti diversi di Vermentino. Uno si ascolta in sa Limba, la lingua, il Sardo, l'altro lo puoi comprendere solo se conosci il Gallurese, che è altra lingua, nata tra Genova ed il Maestrale. Parlo di cinque interpretazioni sarde di Vermentino che mi hanno segnato, cinque racconti, diversi come le dita di una stessa mano.
Su poddighe, il pollice
DOC Vermentino di Sardegna Arvali Vendemmia Tardiva 2008 - Ferruccio Deiana: L'opponibile, piccolo e forte, quello che si fa avanti quasi sempre per primo, coraggioso. Perchè serve coraggio a raccogliere l'uva così tardi. Soprattutto se le tue vigne si trovano a respirare il vento africano ogni giorno, nelle poche pieghe che vorrebbero essere colline, nel sud, dove il campidano già appiattisce. Che ogni giorno in più sulla pianta, rischi di perdere tanto. Eppure il risultato è l'Arvali. Giallo di paglia secca, potente, caldo, profumato di frutta molto matura e gialla. Un sorso polputo e grasso, ma di un'agilità scattante. Un Vermentino di Sardegna. Del sud.
S'addittu, l'indice
VDT Matteu s.a. - Altacutena: Serve per seguire le parole importanti, quelle che non devono confondersi. O per indicare un punto all'orizzonte. Il Matteu di Bastiano Ragnedda indica il punto di non ritorno. Un blend di Vermentino di Gallura diversamente vinificati ed invecchiati, un affinamento misterioso, una ricerca che parte dalla vigna: misurare la quantità di calore rilasciata dal granito attorno alle piante durante la notte, comporre e scomporre, creare per poi disfare. Il Matteu, nel suo giallo brillante come solo le rocce sanno essere, è la battigia e l'erica, è la spuma dell'onda, è un balsamo di sale, mirto e ginepro. Un Vermentino di Gallura. Definitivamente di Gallura.
Su poddighe de mesu, il medio
IGT Romangia Dettori bianco 2005 - Tenute Dettori: Il più lungo, quello centrale. Ed è il dito da mostrare a chi è stato più maleducato di te, fino a quel momento. O a chi dice che il Vermentino è un vinello. Anarchico e autarchico, il bianco di Paolo e Alessandro Dettori fa cemento e vetro. Non si fa filtrare, si vela di luce torbida, sa farsi aspettare. Sedici lunghissimi gradi di calore alcolico, di struttura, di polpa e acidità. Naso che vira all'infinito, che nasconde la fatica di una terra difficile come la Romangia, note balsamiche crude e schiette. Scalcia dritto sulla lingua, scosse elettriche, a stento misurate, quasi tanniche. Il Vermentino che guarda in faccia l'Asinara, sola e bellissima, isola dell'Isola.
Su poddighe de s'aneddu
DOCG Vermentino di Gallura Superiore Arakèna 2008 - Cantine di Monti: L'anulare, quello elegante, lungo e affusolato. Quello dove infilare l'anello da mostrare. Così è l'Arakèna, espressione di punta delle Cantine del Vermentino, quelle di Monti. Colte tardi, queste uve collinari, crescono tra escursioni termiche insospettabili e vengono pigiate con delicatezza. Poi fanno legno. Per questo il giallo è d'oro, intenso, ingioiellato. I profumi sono dolci, suadenti, frutte e confetture, che il miele di castagno non è roba per tutti. Poi il corpo, caldo, morbido e robusto. Un Vermentino galante, un poco ruffiano. Quello che serve per l'anello da mostrare.
Su poddigheddu, il mignolo
Doc Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2009 - Giovanni Cherchi: il più piccolo e fragile, ma sostiene l'ultimo tocco di ogni carezza. Come il Vermentino di Billia Cherchi. Uve dure, acide più del solito, vedono il mare solo i giorni di maestrale teso. Vengono dal Coros, Usini, terra avara e quindi, come accade spesso, ricca. Quasi tutto acciaio, una piccolissima parte in barrique. Ecco questo paglierino intenso venato di verde, i fiori freschi e profumatissimi, la mandorla dolce, l'acidità sostenuta. Un vino vivo, proprio quello che portavi in spiaggia a Pasquetta, freddissimo, che gli altri, ubriachi di inchiostro al cannonau, non capivano, e le ragazze si avvicinavano. Il Vermentino dei primi baci. Un Vermentino di Sardegna. Del nord.
NdR.: Fabio d'Uffizi è un giovine blogger e sommelier AIS, innamorato della sua terra e del suo vino. La Vermentinologia è per lui un terreno familiare: ha accettato di parlarcene, da suo punto di vista.

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