Attualità

Eccellenze Campane, Napoli

pubblicata il 13.03.2014

Eccellenze Campane doveva sorgere necessariamente qui, nella zona orientale di Napoli, appena fuori le autostrade. Partenze ed arrivi per un simbolico terminal regionale ad incrociare tutte le migliori aziende legate al cibo, con gli uomini e loro storie, con le mille luci precipitate dal soffitto ad illuminare i prodotti moltiplicati dai cristalli delle pareti, altissimi, sostenuti dalla forza dell'acciaio. Un progetto nel progetto, una perfetta riconversione di un insediamento industriale, un riscatto del degrado che la circonda, uno spazio commerciale anche con velleità culturali. Una bella storia. Il rettangolo che disegna lo spazio lo si intuisce senza l'aiuto della piccola mappa che pur troverete all'ingresso. Il percorso è l'anello che percorrendo i quattro lati ritaglia l'isola centrale, basteranno i canonici 360 gradi e vi ritroverete presto all'uscita. Scritte cubitali, spesso fuori scala quasi a rimarcarne la specificità, l'assolutezza, la perentorietà.  Pasta, caffè, pane, birra, cioccolato, formaggi, gelati e dessert sono prodotti qui, tra fuochi, camici bianchi ed alambicchi in vista, proprio mentre sarete occupati a decidere se affidarvi alla pizza di grande scuola dei Vuolo o cedere alle tentazioni fritte del maestro Tubelli, che sarà lì, in piedi davanti al banco, come ad aspettarvi con la sua papalina di lana giusto un filo sopra gli occhi. E non solo. C'è Luciano Di Meo, con la sua taverna, per chi volesse capire l'arte della minestra maritata o le meraviglie della sua cucina di campagna senza doverlo andare a cercare a Ruviano, la terra casertana dove ancora nascono fiori. Infine -per non rinunciare al mare e le sue lusinghe- la cucina di Maria Aprea della Torre di Massa Lubrense, una certezza ora a portata di mano pur senza la magia di quei luoghi. Per gli acquisti, un piccolo mercato con qualche prodotto di qualità, quasi di confezionamento casalingo per una spesa differente dalla grande distribuzione, oppure regalarsi il tempo di passare per i banchi, senza fretta,dove sarà ancora più bello assaggiare, conoscere e talvolta sorprendersi per la sovrapposizione precisa delle storie di famiglia alle loro attività, al loro contesto geografico, a quel loro credere il mestiere una missione.  Succede da Gay Odin ad esempio, per la cioccolata e le sue altre mille trasformazioni o per gli artifici pasticcieri di Marigliano, la dolcezza nelle sue forme più riconoscibili o ancora per il regno di pane e biscotti di Baiano ed Esposito che scoprirete inseguendone i profumi dei forni. Poi si esce. Con il rammarico dell'incompletezza. Paradossalmente si pensa a quello che sarebbe potuto essere e non è. Forse ci sarebbe voluto spazio infinito. Ognuno annoterà qualche assenza ingombrante, qualche vuoto imperdonabile, diverse fotografie mancanti. Ma è vero altresì che appare un primo esempio di sistema, di stare insieme, di darsi forza e struttura. Onore a chi ci ha creduto e ha cominciato a scommettere. Venire qui è cominciare ad intravedere le possibilità. Ora tutto il Sud ci deve credere, la sfida e' cominciata. E forse è l'ultima.

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