Ecco altre due chicche di
Galateo | A tavola punto per punto, la rubrica che ci suggerisce con garbo le buone maniere della tavola. Dall'atteggiamento adatto, all'uso delle posate, da
come comportarsi con il pane e la minestra e
come tagliare e mangiare alcuni cibi, arriviamo oggi a raccogliere preziosi consigli su come mangiare la frutta e come affrontare noccioli, lische ed ossicini.
7. Come si mangia la frutta
Tutta la frutta va mangiata con la forchetta (per i cachi ci si serve del cucchiaino, dopo averli tagliati a metà); escluse, naturalmente, l'uva e la frutta col guscio.
L'uva si mangia tenendo il grappolo con la sinistra e staccando gli acini con la destra.
Mele e pere si tengono ferme con la forchetta, se si sa adoperare con sufficiente destrezza il coltello; altrimenti si taglieranno a spicchi, ciò che faciliterà lo sbucciarle. Tagliate la mela a metà, poi in quarti e toglietene il torsolo. Tagliate i quarti in pezzetti, sbucciateli con coltello e forchetta e portateli alla bocca. Per la pera regolatevi come per la mela. Se vi capitasse di doverla dividere con un commensale, offritegli la metà con cui è attaccato il picciolo. Lo stesso per le pesche, benchè molti preferiscano, a causa delle vitamine, mangiarle senza sbucciarle, dopo averle ben lavate.
Gli aranci vanno sbucciati tenendoli in mano; oppure tagliando prima un dischetto a ciascuno dei poli e poi descrivendo col coltello una serie di... meridiani su tutta la buccia che poi si staccherà facilmente con il coltello, tenendo fermo il frutto con la forchetta infilzata in uno dei "poli".
Per le banane basta un taglio longitudinale che le liberi dalla buccia. Veramente la banana non dovrebbe mai essere toccata dal coltello. Si può tagliare la buccia a sezioni longitudinali che si ripiegheranno attorno al frutto sbucciato che verrà portato direttamente alla bocca.
Oltre ai cachi, si mangiano col cucchiaino anche
i pompelmi, che vengono presentati per metà, in coppe semisferiche.
8. Noccioli, lische, ossicini
Tutto ciò che deve venir tolto dalla bocca e posato sul piatto, obbedisce ad una regola immutabile: quanto viene introdotto col cucchiaio sarà tolto col cucchiaio, quanto viene portato alla bocca con la mano verrà tolto con la mano. Per esempio, i noccioli di ciliegia, di albicocca o di altra frutta cotta, saranno posati nel cucchiaino e poi deposti nel piatto, in disparte da ciò che dev'essere ancora consumato.
Per quelli della frutta secca, delle olive, i semi dell'uva, ecc., si depositano nella mano posta davanti alla bocca, quasi a pugno chiuso e si posano poi sul piatto. Un'eccezione va fatta per gli ossicini, le lische di pesce, i pallini da caccia che a volte si trovano nella selvaggina: questi, benchè siano stati introdotti con la forchetta, saranno tolti con la mano. Bisogna, naturalmente, evitare quanto più possibile di far questo. Pelle, grasso, ecc., vengono tagliati dalla carne prima di portare questa alla bocca. Noccioli di pesche e di susine si tolgono col coltello, mentre si taglia il frutto, e si lasciano sul piatto.
Occorre anche una certa dose di controllo quasi eroico su se stessi, se accade di mettere in bocca qualcosa che abbia un sapore sgradito. Per riguardo ai commensali, bisognerà fare lo sforzo di inghiottirlo.
La posata già usata da una persona non deve mai per nessun motivo, esser rimessa nel piatto di portata; il coltello che ha servito per spalmare il burro dell'antipasto non verrà usato per un altro pezzo e il cucchiaino del caffè non sarà adoperato per prendere altro zucchero nella zuccheriera.
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