Attualità

Genova non è un'idea come un'altra

pubblicata il 15.06.2012

"Vegnu c'ou coeu marottu de 'na pasciun che nu ghe n'è" A Cumba, F. De Andrè Esiste un confronto distante e silenzioso, un ricordo, un legame, tra la Sardegna e Genova. Sarà questione di epoche, di dominazioni sottili, di tradizioni sparpagliate qua e là tra la farina di ceci e il mare, eppure esiste ed è forte. E poi quel momento, che dal bastimento vedi sbucare sorniona la lanterna e capisci che l'Isola è lontana, che già ti manca, che la terra adesso si fa grande, si fa continente. Genova ha un significato, Genova è un significato. Quando quei clandestini dei Papilli, come anti-pasto di TerroirVino 12, hanno proposto di accompagnare un manipolo di coraggiosi nella Zena antica e stretta, in quei luoghi di memoria presente, non ho resistito, da sardo, da nostalgico, da curioso. Così ci siamo trovati a scivolare tra vicoli e sottoripe, tra zaffate uriche e portoni scrostati, tra finestre sempre aperte che oggi parlano latinoamericano, tra occhi azzurri e slavi che ascoltano improbabili melodie, tra profumi intensi e diffusi d'olio, ceci, dendè e coriandolo. La Superba, oggi come ieri, è tutto, è un porto, è una foce, è un viso scavato come una piazza piccola e inaspettata, è una salita che raramente si fa discesa. I Papilli ci fanno strada con passo di Grifone, prima verso una Sciamadda superstite, dove torte di riso, farinate e focacce attendono untuose di regalare gioie sincere, poi dentro la stupefacente drogheria Torielli, 25 mq di universo speziato, di oriente estremo, di frutti disidratati, di erbe da infondere, un angolo di coloniale perfezione. Poi su per il Vico Carabaghe, dove tra soffitti viola, armoniche e organi vibrano insieme verso un'unica direzione, quella dell'antica cioccolateria Viganotti, un laboratorio traspirante amare dolcezze secolari: macchine ottocentesche sfornano ancora oggi praline, cremini e boeri di pura beatitudine. Il tempo scorre, un assaggio amaro di Corochinato che il sole già scompare dentro gli specchi del Caffè in Piazza delle Erbe, storico ritrovo di una Genova commerciante ed elegante. Boccadasse ci aspetta, ripida e bellissima, per una cena semplice e fresca, in faccia al mare. Le luci appese ballano con il vento, si va via, con quel cuore ammalato di una passione che, così, non ce n'è.

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