Attualità

Giovanni Poli, vignaiuolo in Santa Massenza, Trento.

pubblicata il 22.08.2008

Già avrai una qualche difficoltà a sapere dove si trova, questo Santa Massenza. Eppure è una di quelle miracolose enclavi italiane che possono esistere solo in Italia, e di questo strano e bislacco paese sono proprio uno degli elementi caratterizzanti. Dunque lo puoi chiamare Valle dei Laghi o come vuoi: una plaga parallela alla valle dell'Adige in cui si trovano alcuni invasi che sembrano appena usciti da un incantesimo, in particolare il fatato Lago di Toblino con il Castello dei Wolkenstein (o qualcosa del genere) dove ha luogo l'ottimo ristorante omonimo, di cui saprai altrove. In final di valle troverai il piccolo lago artificiale di Santa Massenza che, incredibile visu, è anche un paese diviso tra turbine e alambicchi (il bel motto è dell'amministrazione, onore al merito). Ed è vero perchè oltre alla centrale idroelettrica qui va in onda una strepitosa genìa di distillatori che fanno Poli di cognome. Son tutti lì - cinque, se la memoria ti aiuta - uno in fila all'altro, con la loro piccola distilleria artigianale, le loro vigne, il loro tutto. Girando un po' con la testa nel sacco che ce n'è abbastanza di che essere storditi di folaghe, oche e germani, osterie di un certo stampo e palazzotti plurisecolari, butti l'occhio nel piccolo spaccio di Giovanni Poli, Distilleria & Azienda Agricola in Santa Massenza. Proprio così. Ti si fa incotro questo tipo sorridente e segaligno, lesto a voltare dei piccoli calici per farti assaggiare i suoi vini. Parla tra i denti e fortemente accentato, ma non smette di sorridere il suo orgoglio: e ne ha ben donde, che il Nosiola "Goccia d'Oro" è nitido e profumato, frutto in evidenza, e bello secco. La Schiavetta, dice, mentre ti versa il calice, Roba da tre euro, e assaggi questo vinello fresco e schioccante dal bel colore rosa-ramato, dal naso timido e dalla beva agile e gentile. Il Rebo, spesso e sapido, di bocca piena e lunga anzichè no. Poi c'è la Riserva, dice, E viene sette euro. Lo spaccio è pieno di gente, aficionados, amici, avventori, s'ode un boato: sette euro! E ti trovi in bocca un bel cabernettone - si chiama Fuggè dal podere che lo dona - passato in legno, ricco di tannini alti due dita, di bel piede alcoolico e di struttura solida, non privo di un certo equilibrio. E una grappa? Una grappa bella secca, gli chiedi, non quelle grappe da donna con il moscato eccetera. Lui ti guarda e sorride, e tira fuori le sue bottiglie oneste, di vetro color vetro, etichetta spiana e semplice, Ci vuole la Grappa di Rebo. E' vero: è fulminante d'alcool ben tenuto, adamantino, con un piccolo ed elegante profumo nobile, austero, virile. Secco come la stretta di mano d'un uomo della terra. Finito? Macchè, l'olio. Giovanni Poli produce un olio extra vergine d'oliva semplicemente spettacolare. Al naso sprizza frutta e carciofi da per tutto, è gialloverde e limpido, sapido pur rimanendo delicato. In piccole bottiglie da mezzo litro. C'è infine il capitolo Vino Santo Trentino, la premiatissima Grappa dello stesso: ma questo è capitolo a parte, e sta tutt'altrove. E siccome il Signore che mena le bottiglie non pare esserne ossessionato, passi oltre. Ti fai preparare un po' di cartoni: hai comprato del vino niente male per 3, 4, 5 e 7 euri, una grappa da campionato per 12 emmezzo e l'olio a 11 la mezza. Ti aspettano in macchina e ti guardano mentre torni con il carriolino e una specie di sorriso ebete sulla faccia: perchè anche di questi accidenti è fatta l'effimera felicità di questa terra. Photo: Courtesy www.poligiovanni.it

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