Attualità

Gold Cafè, Milano

pubblicata il 28.06.2012

Per andare in America non c'è bisogno di andare in America: bast fare una capatina in piazza Risorgimento e varcare le dorate soglie del Gold. Il teletrasporto funziona: mentre hai ancora gli occhi abbagliati dal lingotto nella teca ti trovi catapultato nella proditoria hall di un grand hotel di Dallas, Vegas o Frisco: ma di dodici anni fa. L'atmosfera è gradevolmente cotonata, il personale si muove su speciali calzature a cuscino d'aria invisibile che consentono di camminare sull'assito del pavimento senza emettere alcun rumore, e gli addetti alle addizioni - la metà di mille - assomigliano ai bodyguard del Presidente degli Stati Uniti. Per un caffè doppio - in una tazzona che ti fa sentire temporaneamente felice - una minerale per lenire la calura; una tortina di mele alla cannella - appena un filo asciutta - va bene. I salottini con i tavolini negli angolini sembrano fatti apposta per girarci episodi minori di Grey's Anatomy, e quelle tendine di perline mi ricordano tanto la cinematografia legale di genere. Però in fondo, un salto con il teletrasporto lo si fa sempre volontieri.

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