Attualità

Homo gastronomicus, ovvero di come i cuochi salvarono il mondo

pubblicata il 26.10.2012

Il pesce per la memoria. Il latte per le ossa. Lo zucchero per il cervello. Gli spinaci per assomigliare a Braccio di Ferro. Quante volte ci siamo sentiti ripetere queste cose nel corso della nostra fanciullezza per convincerci a mangiare questo o quel piatto. Eppure pare proprio che l'evoluzione dell'uomo sia passata anche e soprattutto attraverso la cucina. Non parliamo in questo caso di evoluzione culturale, ma proprio di metabolismo e morfologia. Già qualche anno fa un articolo comparso sul National Geographic aveva lanciato l'ipotesi che l'evoluzione dell'uomo dipendesse dal passaggio dall'alimentazione vegetariana a quella carnivora: "i nostri antenati impararono ad arricchire la dieta per lo più vegetariana con la carne, creando strumenti in pietra per tagliarla o per rompere le ossa ed estrarne il midollo ricco di proteine. La nuova alimentazione ebbe come conseguenza un’ulteriore crescita del cervello. E ciò portò a nuove invenzioni, e quindi a cervelli sempre più grandi. Il resto è storia". Più volte messa in dubbio come teoria, oggi l'attenzione sembra spostarsi su un altro campo. Un nuovo articolo infatti lega l'evoluzione del cervello all'invenzione della cottura. L'uomo si distacca dagli altri animali perché, oltre ad avere un numero di neuroni triplo rispetto ai più intelligenti fra i primati (gorilla e urangutan), ma soprattutto perché non rispetta quella proporzione diretta che lega le dimensioni del cervello alla massa corporea:  il cervello risulta molto più grande di quanto ci si aspetterebbe. Pare che a un certo punto dell'evoluzione la nostra specie si sia trovato di fronte a un bivio: sviluppare il corpo o sviluppare il cervello. La natura ha spinto verso lo sviluppo del cervello, ma il nostro antenato, l'Homo erectus, ci ha messo del suo. Il problema è infatti che il cervello necessita di un grande apporto energetico, tanto da essere il terzo organo in termini di consumo dopo muscoli scheletrici e fegato. Il tempo, e quindi l'energia spesa, per trovare il cibo si scontrava con il basso apporto calorico del cibo consumato crudo. Fu l'invenzione del fuoco e della cucina a salvarci, e a incanalare l'evoluzione verso una strada completamente diversa rispetto alle scimmie. Il cibo cotto consentì un apporto calorico molto più importante, tanto da permettere l'evoluzione del cervello e a portarci a primeggiare nel mondo animale in quanto ad intelligenza. Furono i primi cuochi a permetterci di diventare quello che siamo oggi. C'è di che esserne loro grati. Immagine Landlord Referencing    

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