Attualità

I Vini di Veronelli 2009

pubblicata il 25.03.2009

Non sono sufficientemente competente per discutere nel merito la monumentale opera della Veronelli Editore, ma sono abbastanza appassionato da sfogliarla con attenzione. Abbastanza da leggerla. Abbastanza da usarla. A volte sono d'accordo con le valutazioni, a volte no, ma questa non è una notizia: a volte riesco a non essere d'accordo nemmeno con me stesso. Usare un volume come questo significa cercare informazioni, trovarne di interessanti e - ove possibile - metterle in pratica. Una prima cosa mi sorprende: 17mila vini. E' un numero enorme, soprattutto se i redattori sono solo due. Non ho potuto evitare di mettere mano alla calcolatrice: se Daniel Thomases e Gigi Brozzoni si dividono il compito e lasciano a Rocco Lettieri un mille bottiglie del Ticino, restano 21 assaggi e dispari al giorno tutti i giorni dell'anno, incluso Pasqua, Natale e Capodanno, considerando che non ci siano sovrapposizioni. E veramente un lavoro colossale, che non smette di impressionarmi. Una seconda cosa colpisce: la "Veronelli" ha un approccio enciclopedico al di là del numero degli assaggi: le Aziende sono censite con dovizia di particolari anagrafici ben oltre la ragione sociale e i recapiti. Abbiamo la proprietà, la gestione, l'enologo, la superficie vitata. Poi le produzioni e le classi di prezzo. Anche il lavoro di segreteria è gigantesco. I produttori sono classificati per località, in ordine alfabetico, senza tenere conto della provincia. Questa scelta è comoda per il lettore da tavolo, ma un ficcanaso viaggiatore come il sottoscritto trova più comodo vedere chi c'è intorno ad una località. Sono - per dire - a Melfi, vediamo chi c'è qui attorno, magari faccio un salto? Ecco, così non funziona. Infine le valutazioni. Punteggi in centesimi, poi le stelle, e le stelle blu. E'  un sistema molto razionale, chiaro, inequivocabile. Io però le parti che ho trovato più godibili sono le rare occasioni in cui i due Autori si lasciano andare a qualche commento più descrittivo, ed è allora che avverto oltre alla professionalità quella passione che mi coinvolge, e che mi invita all'assaggio. Ma di questo ahimè la "Veronelli" è assai avara. Una nota sulla confezione: carta di qualità, rilegatura di pregio, con una bella costolona che rassicura per le prossime centomila consultazioni.

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