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Il Mosnel | Dell'indagine archeo(bol)logica, delle sette vite degli spumanti senza dosaggio e delle sorprese per l'incauto assaggiatore in verticale, 1984-2005

pubblicata il 28.06.2011

Attorno ad un tavolo, pescando alcune tra le poche bottiglie che Giulio ha messo da parte negli anni. Ritrovare punti di riferimento nella scala cronologica, pescare le annate, quando ancora non esisteva il Consorzio Franciacorta, quando ancora l'ossessione denominazionista non si era dispersa come epidemia. Attorno ad un tavolo, con le bottiglie a temperatura naturale di cantina: aperte al volo, spargendo spruzzi e schizzi, precipitando i sensi nell'espressione cruda dello spumante italiano: maturo, vero, importante. Ecco le note, colte in diretta e senza rete. 2005: chardonnay, pinot noir, pinot bianco (15%). Naso nero e maturo, bitorzoluto. Tanta potenza di lievito, con tracce ossidative risolute. Mela matura, mela cotta. Mela rossa delizia. Acidità al sorso. Teso, alto, prorompente. Passo marcato, finale piegato. Risulterà il meno convincente nel gran parterre de roi. 1999: incredibile il colore, giallo e oro.  Il naso è caldo, con la mela cotta ricorrente. (allora era: millesimato etichetta bianca). Secco e forte, diritto e teso, di bella potenza. Bocca deliziosamente irta di delizie, abbracciante, vasta e persistente. Il palato resta impressionato, vibrante, con un tocco epico e reboante che seduce. Buonissimo. 1998: intenso all'occhio: assolato. Anche questo è caldo, con lo zucchero bruciato, e l'iniezione alcolica più in evidenza. La bocca è un po' cotta, anche molle (annata difficile, dice). Breve e vagamente bislacco. Poco corrispondente, e un po' affaticato. 1996: bell'occhio vispo, colore vivo. Naso burroso e polputo, ma fitto d'eleganza: come un uomo grande ma aggraziato. Sulfureo, quasi vulcanico. Poi la bocca è amara, asciutta, non priva di un sale gemma ricco, lunghissimo. Generoso ma temperato. 1991: grigio e fumoso. conchiuso, stretto in una espressività asciutta e ritirata. Niente frutto e molta polvere da sparo. L'assaggio si fa serio, cilioso, caratteriale. La seconda parte del sorso è quasi inquietante, arrampicata: il termine è poi proprio amaro, rigoroso e felice. 1990: indicibile: meno assolato, più pallido e nebbioso. Bello al naso, trionfante di espressività e di freschezza (la prugna goccia d'oro emerge e sprizza). Parla di note sottili, sfumate, piccole. Magari meno comunicativo, abbastanza lineare e un filo debole nell'enunciato. Ma tiene lunghissimo, interminabile. 1987: sulfureo. La lunga vita pesa un po' sulla grazia sia nel naso che tira effluvi di cren e carbone, ossidato e chiuso. Il sorso è stretto, un po ' compresso, se vuoi brevilineo. Ma di certo caratterizzato  e riconoscibile. Comunica forte, irrispettoso delle aspettative di grazia. 1986: una epifania. Tracce di ossidazione, di alcool e di gommalacca. La bocca perde in coerenza, e travalica la parte salina, lasciando un tappeto spesso e scalciante. Tanto fungo, tanta carnosità e un brivido polveroso, seducente. 1985: pura invenzione - in senso etimologico: il ritrovamento di una gemma rara, maturo, compiuto, veridico. Ha il caramello, la luce che brilla. Privo di esitazioni, risuona ricco e felice. Il sorso è commovente: splendido, irriverente e irresoluto. Enorme d'espressione, come una sonata fitta d'acciaccature. Ma diamine, che bicchiere. 1984: una poderosa botta tartufata. Convinto e generoso, ha naso maturo ma ancora vivo. Energia elettrica e debordante, se vuoi ai limiti dell'evoluzione: magari appena un po' appoggiato nel sorso, un po' piallato nell'attacco, un po' scivoloso nel durante. Ma nemmeno troppo corto, data la vetustà. Il più "saggio" degli assaggi. Sorprende l'incredibile durevolezza delle annate "vecchie". Sorprende l'ampia forza di caratterizzazione di ogni annata, clamorosamente differnte dalle altre. Sorprende la capacità dei Franciacorta di esprimersi, oltre la tecnica, con il frutto: che il dosaggio in questo caso è assente, e il pubblico applaude. Diciamo, un'esperienza. NdA: I vini sono della Riserva che oggi prende il nome di QdE, Questione di Etichetta. Nel tempo, altre denominazioni.

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