Attualità

Il Natale degli alberi

pubblicata il 19.12.2012

Siamo abituati a chiamare pino qualsiasi pianta con gli aghi che incontriamo. In realtà il mondo delle conifere è vasto e variegato e comprende anche specie che perdono le foglie d'inverno. Come il cipresso calvo, pianta americana delle paludi molto diffusa nei giardini all'inglese. O come il larice, che d'autunno colora di giallo le nostre montagne prima di lasciare cadere a terra gli aghi. Arriviamo quindi all'albero di Natale: nel 99% dei casi non si tratta di un pino, ma di un abete rosso, un albero molto comune sulle Alpi, e presente anche in qualche piccola zona degli Appennini. È una specie molto apprezzata e il suo legno viene utilizzato in edilizia  o per la realizzazione di imballaggi o casse, ma anche per infissi o mobili. Gli esemplari migliori, molto vecchi e con anelli di crescita molto stretti, danno anche il cosiddetto legno di risonanza, utilizzato per costruire strumenti musicali, in particolare violini, assieme al più duro legno di acero. Ma durante il periodo natalizio l'abete rosso trova nuova vita nelle case degli italiani, decorato e riempito di palline colorate, catene di perle e lucine colorate. La tradizione nasce da una commistione fra religione cattolica e tradizioni pagane. Come quelle romane, che prevedevano di decorare le case con rami di specie sempreverdi alle Calende di gennaio, o quelle celtiche e vichinghe, in cui l'abete rosso entrava a far parte dei rituali legati al giorno più corto dell'anno. Furono i missionari che giunsero nel nord Europa a introdurre l'utilizzo dell'albero di Natale anche nella tradizione cristiana. Passando per il medioevo, in cui venivano decorati con mele, gli alberi di Natale sono passati di epoca in epoca, di re in re, fino a giungere ai giorni nostri. La domanda che molti si pongono è: albero vero o albero artificiale? Deludiamo subito i romantici dicendo che entrambe le scelte non sono esenti da impatti sull'ambiente. Gli abeti veri che entrano nelle nostre case non sono più sottratti alle foreste o ai boschi naturali come un tempo, ma sono piante provenienti da vivai specializzati, che li coltivano allo scopo di venderli durante le festività. Qui entrano in gioco le pratiche utilizzate per la coltura, quindi l'impatto ambientale dipende molto dall'utilizzo di concimi, diserbanti, fitofarmaci. Teniamo poi conto che spesso queste piante provengono dall'estero, ed è quindi necessario pensare anche al costo energetico ed ecologico del trasporto. Nemmeno la sopravvivenza è assicurata, in quanto le condizioni in cui si trova a vivere l'albero all'interno delle case sono spesso causa di morte, senza contare quello che succede durante il tragitto fra il vivaio e l'acquirente. Non va molto meglio per gli alberi artificiali, preferiti attualmente da due italiani su tre. Qui l'impatto è legato alla produzione della plastica necessaria alla produzione e al trasporto, spesso dalla Cina. Dal punto di vista energetico inoltre il consumo per la produzione di un albero finto è cinque volte quello per un albero vero, che ha anche il pregio di contribuire ad assorbire l'anidride carbonica presente in atmosfera. A voi la scelta. Immagine Danimarca per tutti

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