Attualità

Il Palio dello Stufato alla Sangiovannese

pubblicata il 24.02.2010

Ebbene sì: il Palio ha funzionato. Era la prima edizione, e l'ammistrazione si è data un gran daffare per fare bene. I magazzini della Basilica di S.Maria delle Grazie erano letteralmente affollati. Sarà perchè io vivo già un gurppo di tre persone come un'assembramento, e quattro sono una folla: ma di gente ce n'era tanta. Cos'è lo stufato alla sangiovannese ce lo si può far raccontare da un sangiovannese: io che invece vengo diquà dagli appennini posso dire cosa non è. Non è uno spezzatino, che se t'attenti a pronunciare la parola ti decollano sul posto; non è uno stracotto, che non c'è tutto quel vino; non è un peposo, che la somministrazione di spezie è più complessa; non è un goulash che è fatto con lo scamone, un taglio di certo più pregiato rispetto all'umile gamba. Dunque ci si è ritrovati con un certo spirito goliardico, poca tensione e poca prosopopea, attorno ad un tavolo (bello lungo invero) a discettare di equilibri del blend di spezie, del punto di cottura della carne, se era congelata o no, quanto era legato il sugo, e il sale e il pepe. Vale ricordare che di campioni veramente fuori fuoco ce n'erano solo due: uno aveva preso il bruciato nel naso e nell'assaggio, l'altro era scappato di sale. Per il resto erano sfumature infinitesime, che si possono cogliere solo con l'assaggio non mediato, comparato e simultaneo grazie ad un servizio solerte e volonteroso. Curiosa la discrasia tra la giuria popolare e quella "tecnica": vincitore lo stufato della Gastronomia Mirella e Lucia - sinceramente emozionate alla proclamazione - e battuto per un'incollatura il preferito della giuria tecnica. Curiosa anche la partecipazione anche emotiva del pubblico, che quando il Presidente Leonardo Romanelli ha annunciato il numero del campione "prediletto" ha subissato i giurati con una salva di buu. Una giornata divertente che racconta quell'Italia minore che non smette di stupire: S.Giovanni merita una gita a piedi nelle vie del centro, possibilmente con un po' di documentazione al seguito per "leggerla" nella sua storia così chiaramente visibile. E ricchezza di questa cultura del cibo di cui si potrebbe raccontare all'infinito, coagulata attorno ad una tavola ben più di una semplice ricerca di sostentamento.

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