Attualità

Il Sabato del Villaggio | Come si insinua il relativismo contemporaneo tra un piatto di tagliatelle al ragù ed una pasta e fagiuoli, se son zolfini.

pubblicata il 04.02.2012

Nella settimana del Grande Freddo la Grande Nevicata si è innamorata di Borzano sulla Lodola - paese mio che sta sulla collina - e l'ha ricoperta. Misurata ieri, dopo una notte glaciale che l'ha compattata, raccontava di 45 centimetri. Una misura che vive solo nei ricordi di mio padre, che nel '33 andava a scuola tra due pareti di neve, dice. Tutta la zona è afflitta da una mobilità problematica: la città stessa è ancora abbellita dai caratteristici monticchi di neve nera, verniciata di nero dagli idrocarburi. Le auto restano amabilmente intrappolate nei parcheggi con due spanne di panna sul tettuccio e le ruote inganasciate nel gelo, e la gente saltimbanca sui marciapiedi. Viste ragazze in tacco prepotente aggrappate a uomini di larga spalla e bimbi in moonboot, visti signori anziani mettere la testa fuori dal portone e ritrarla prontamente, visti forestieri abituati al sole dei tropici stralunati nel loro giubbetti lunghi fino ai lombi. Aperitivisti incallliti bevono bicchieri pieni di ghiaccio con i piedi nel ghiaccio, eroicamente. Dunque ier sera era venerdì, c'era molto freddo, probabilmente poca voglia di uscire, e qualche difficoltà a raggiungere i posti di campagna, che qualche strada ancora brutta c'è. Telefono per trovare un desco al quale lenire le fatiche della settimana, senz'altra pretesa che mangiare un piatto buono senza dovermi presentare alla cassa con il commercialista. Chiamo la Trattoria. Sperduta via dalla via Emilia, tradizionalmente famosa: fa tortelli eccetera, spesa sui 35. "Tutto pieno, siam pieni pieni". Dico Sono felice per voi, e cerco in città. Un'altra trattoria, ormai ammantata dell'allure di ristorante: va sui 45 con tortelli eccetera, ma con molti più diminutivi. "Nessun problema, con il freddo che c'è". Annotazione: fuori, viaggio, freddo, strade brutte, 35 euri, tutto pieno. In città, in pieno centro, si arriva a piedi, certo freddo è sempre freddo, 45 euri: locale mezzo vuoto. E' un fenomeno che ancora non mi so spiegare. Premesso che 35 euri ripianificati in lire ammontano 70.000, e se si guarda sulle guide del 2000 a quella cifra si cenava - per dire - da Uliassi, in tutto questo deve esserci tanto di fenomeno di massa, perchè non si può spiegare. Che al tempo in cui il pieno di una media vettura da lavoro costa 108 euri, la differenza di dieci - a scatola chiusa - porti le folle da un lato e un mezzo deserto dall'altro. O forse la mia definizione di felicità è relativa, e conviene faccia un aggiornamento. Ora guardo su Internet se è già uscita la versione nuova: Felicità 2.0.

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