Attualità

Il Sabato del Villaggio | Dr. Blogger e Mr. Press, e le infinite sfumature del grigio.

pubblicata il 20.10.2012

In fondo andava meglio quando andava peggio: il giornalista scriveva, il giornale si stampava, il lettore sfogliava, l'inserzionista pagava, il pubblicitario vendeva e tutti erano felici. Si facevano le feste, si beveva Philipponnat come aranciata, se qualcuno ti cercava ed eri - per dire - al bar, beh, aspettava che tornassi. Perché allora non c'erano le macchinette, i totem a cui ogni giorno ci inchiniamo. Ecco, questa dell'incapacità di aspettare è una delle conseguenze più subdole e nello stesso tempo più profonde dell'invasione della comunicazione digitale nelle nostre vite. Mandi un'email, poi dopo un minuto netto chiami per sapere se è arrivata l'email, e chiedi quando ci sarà risposta. Se l'altro - per caso - non risponde al telefono invii un BMT (Breve Messaggio di Testo) un DM (Direct message) su Twitter o un PRVTMSG (Private message) su Fazzabù. Sono passati dieci minuti, non hai risposta e ti sembra che il mondo abbia smesso di girare. A quell'epoca il giornale della mia città mi chiese di scrivere dei piccoli trafiletti sul nuoto. A macchina, su delle strane veline con dei margini e dei limiti da per tutto. Quando avevo finito prendevo la bici, andavo dal redattore, discutevo le correzioni - accettare le quali non è mai stato il mio forte - e me ne tornavo. Tempo totale: giorni uno. Oggi la stessa operazione richiede 10 minuti e un chilo d'impazienza. La stessa impazienza che rode i blogger che cercano una loro dignità, a volte ingiustamente negata, e i giornalisti che desiderano riconosciuta la loro professionalità. Come solito hanno ragione tutti. Poi ci sono le vie di mezzo. Io dovendomi iscrivere a questa manifestazione dedicata al mondo digitale ho iniziato bravamente a compilare il mio bel form e mi sono piantato alla domanda "Blogger o Giornalista". Una crisi di identità folgorante mi ha accasciato sulla poltrona di pelle di capibara da diecimila euro, ho chiamato una delle mie sei segretarie e mi sono subito fatto prenotare un incontro con l'analista nu-yorkese a mille dollari l'ora. Ho passato il resto del pomeriggio a camminare nel mio ufizio di 130 metri quadri all'ultimo piano della redazione del Cucchiaio, calpestando un tappeto di iPhone 5 mandati come cadeaux dalla Apple, scavalcando bottiglie Échézeauz del 61 inviate in omaggio da ristoranti compiacenti e scatole di tartufo da ottomila euri il chilo facilitate da chef emergenti. Chi sono io? Questa è la grande domanda, e non ho risposta. Forse quella più giusta la riceveva la Giovine Vedetta Prussiana di Sturmtruppen dell'indimenticato Bonvi: Alla domanda "Altolà, amico o nemico?" si sentiva rispondere "Semplici conoscenti". Immagine Ivid

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