Attualità

Il Sabato del Villaggio | Il Food e la Formazione Permanente

pubblicata il 07.12.2013

Se c'è un benefico risultato, un effetto collaterale desiderabile dell'appassionante fenomeno di divulgazione legato al cibo è la costante tensione al miglioramento. E' finalmente vero che il cibo è cultura, perché occuparsi di cibo oggi non può più essere lasciato all'improvvisazione del singolo. Operatori ed appassionati hanno il dovere morale di aggiornarsi, e di dotarsi di tutti gli strumenti intellettuali per svolgere al meglio questa professione o per coltivare la loro passione. Autodidatti e autoreferenti sono avvisati: il food fai-da-te ha fatto il suo tempo.
Assistiamo dunque, impressionati e stupiti, all'entusiasmo con cui gli abitanti del paese a più bassa scolarizzazione superiore del mondo - e dei pianeti satelliti pure - si ingegnino a partecipare ad ogni genere di iniziativa didattica legata al cibo, e al vino: corsi di food-blogging, di food-writing e food-photograpghy; di wine tasting, di analisi sensoriale, addirittura di wine-social-networking.
Il Cucchiaio non poteva rimanere inerte di fronte a quest'ansia di sapere, a quest'anelito di conoscenza, ed è lieto di informare che presto sarà licenziato il primo corso della storia umana (ed anche di quella disumana) di food-eating.
Il corso, 18 lezioni residenti di 18 ore al giorno per 18 partecipati che verranno chiusi in una casa sigillata per massimizzare l'interiorizzazione dei concetti, insegnerà tutti i segreti, i trucchi, le regole base per mangiare. Ecco alcuni degli argomenti trattati.
1. Abbinamento Abbigliamento / Menù. Come evitare i principali e più grotteschi errori di vestimento a seconda dell'occasione, del luogo e del cibo servito. Per esempio le tagliatelle al ragù si mangiano solo con una Lacoste rosso-aragosta, mentre una camicia bianca da sera è sconsigliata per degustare uno spaghetto allo scoglio. Sconsiglieremo la cravatta per chi si deve sedere davanti ad un piatto di tortellini in brodo, mentre tonalità autunnali e francescane saranno indicate per i dessert al cacao, al caffè e in alcuni casi anche al gianduja
2. Tecniche di conversazione. Insegneremo come gestire una conversazione nell'attesa delle portate, quali espressioni assumere e quali argomenti evitare per non ammorbare i commensali: per esempio è sconsigliato parlare di tasse in attesa di pietanze del quinto quarto, perchè tanto tutti si mangiano già il fegato. Parleremo della vita l'universo e tutto quanto davanti a una gaia e salùbre insalata di mille colori, mentre assumeremo un'espressione contrita in attesa del coniglio in porchetta, possibilmente accertandosi che i feroci roditori non abbiano subito alcun maltrattamento e che si siano suicidati in massa al termine di una Tavola Rotonda sulla presenza dei solfiti nei vini naturali.
3. Crisis management a tavola. Impareremo come controllare l'insorgere di notizie inattese durante il pasto, ad esempio come diversamente bloccare la forchetta a mezz'aria e il bolo tra le fauci nel caso che la compagna di quella sera annunci di essere incinta se è la fidanzata o l'amante. Manifestando una immotivata gioia nel primo caso, con ampi e smodati gesti del braccio che brandisce la forchetta e lanciando pezzi di cibo sui tavoli accanto che benignamente perdoneranno quando direte "diventerò papà"; trattenendo l'istinto di infilare la mano nel taschino per cercare il telefono e chiamare il taxi nel secondo.
Il progetto è in fase avanzata di realizzazione, ma la Redazione è pronta ad accogliere suggerimenti sui temi scottanti del Food-eating e sottoporli ai nostri esperti.

Condividi

LEGGI ANCHE