Attualità

Il Sabato del Villaggio | La vera democrazia dell'Internet è la sòla ecumenica

pubblicata il 11.06.2011

A proposito di una solenne sòla incassata in Mirandola, Modena, parlavo di 2spaghi. Ogni bravo gurmè sa cos'è 2spaghi, e non vale la pena che mi dilunghi. A seguito delle mie considerazioni sull'inutilità "filosofica" di tale applicazione, e della pericolosità dei commenti liberi, qualcuno vicino a quella realtà - non ho fatto ricerche, ma ci scommetterei il mio ultimo tallero - commentava che si tratta dell'unica vera forma di democrazia gastronomica e che in sostanza è colpa dell'utente se non riesce a ricavarne adeguato vantaggio. Opinioni. Dev'essere però che sono stato traviato dai miei studi medii sull'illuminismo, quando mi immaginavo Voltaire, Diderot e Rousseau nel Secolo dei Lumi: automaticamente mi si accende nella memoria figurativa l'idea di questi tizi pensosi, di notte, a scrivere con svolazzanti penne d'oca il loro spesso ingegno al lume di una candela. Lumi, appunto. Eppure Sapere aude! mi è rimasto appiccicato addosso, tradotto nella bovina ma efficace formula attuale: prima provare, poi parlare. Il metodo empirico è tutt'ora la cosa di cui più mi fido. Leggendo i commenti a questa vecchia cronaca di un ristorante vicino a casa mia che ha cambiato gestione avevo la nettissima sensazione che si trattasse di una nemmen tanto raffinata forma di trollaggio. Ne riporto due stralci: "Ve lo consiglio vivamente, io ci sono stata ad agosto e in occasione di evento importante è stato perfetto anche perchè l’ambiente è molto piccolo ed intimo come piace a me in queste ricorrenze." "l’alta cucina alla portata di tutti perchè il rapporto qualità prezzo è davvero ottimo,pensavo di spendere tre volte tanto e invece… bisogna provarlo perchè si mangia qualcosa di diverso,cucinato a regola d’arte e anche a buon prezzo." Fedele alla mia religione, sono andato: ho trovato una rara combinazione di approssimazione e improvvisazione, unita ad una smodata presunzione sulla colonna di destra del menù: il piatto rappresentato in foto in tutto il suo splendore, mazzancolle con purè di patate viola eccetera eccetera, viene proposto a 22 euri. "Mazzancolle" in realtà sono una, il resto è gamberi cotti per una stagione, cartonati e polluti. Una cifra da capogiro in assoluto, ma che paragonato all'esito del caso sfiora la grassazione. Del resto - attese interminabili, cantina ineadeguata, totale disattenzione nel servizio - si potrebbe tacere. Delle due l'una: o i commenti li ha inseriti lo zio dello chef pensando di fargli un favore (eggià, c'ha messo pure il link al sito e il numero di telefono) oppure il commentatore è affetto da cretinismo gastronomico acuto. Domani si votano (si vota!) i quesiti referendari. Ma io ho bisogno di essere rassicurato, perché questo è uno di quei momenti in cui sento che la democrazia è un lusso che non ci possiamo permettere.

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