Attualità

L'Italia in bianco

pubblicata il 30.11.2012

L'agricoltura soffre da anni una seria mancanza di programmazione. Le scelte vengono spesso condotte in base all'emotività e alla sensibilità della singola persona, oltre che alle tendenze del mercato. Intendiamoci: non che sia un male in senso lato, visto che molto spesso è proprio la sensibilità a guidare il contadino nel lavoro di tutti i giorni. Ricordo il testo di agronomia dell'università che andava ad elencare tutti i metodi possibili per determinare il momento in cui è necessario irrigare le colture. Dopo una serie di metodologie scientifiche più o meno complesse, l'autore concludeva che il criterio più utilizzato è quello empirico: si va in campo e si controlla se il terreno è secco. Tuttavia la carenza di una pianificazione seria e di sovrastrutture nazionali di coordinamento crea alle volte grossi squilibri nell'offerta, con ovvie conseguenze sul fronte dei prezzi. Così accade nel mondo del vino, sempre più legato alle mode del momento. È indubbio infatti che, spinto anche dall'allargamento della DOC, il vino del momento sia il Prosecco, tanto da essere ormai diventato sinonimo di spumante. E che i vini bianchi stiano prendendo il sopravvento su quelli rossi. La deriva bianchista è confermata dai numeri riportati nell'ultimo numero dell'Informatore Agrario da dati raccolti dal Centro di ricerca per la Viticoltura di Conegliano, che mettono nei primi cinque posti della classifica delle talee innestate per il 2012 quattro vitigni bianchi. La sorpresa è che il Glera, da cui si ricava il Prosecco, non è al primo posto, ma è preceduto dal Pinot Grigio, con 11 milioni e mezzo di barbatelle prodotte, contro le 9 milioni e 700 mila del Glera. Seguono Sangiovese, Moscato e Chardonnay. Impressionante  l'aumento che ha registrato il Pinot Grigio, che nel 2011 contava solamente 3,7 milioni di talee innestate, contro i 17 milioni di Glera. Segno che il blocco imposto per legge sugli impianti delle viti destinate a dare Prosecco ha dato nuova vita a quel Pinot Grigio che è uno degli emblemi dell'enologia italiana a livello mondiale. Molte le cose che sono cambiate negli ultimi 10 anni, se pensiamo che nel 2000 le varietà più impiantate erano quelle a bacca rossa, Sangiovese in testa con oltre 16 milioni di talee.  A dire il vero esistono ancora delle varietà a bacca rossa che tengono, anzi che incrementano la superficie impiantata. Il Cabernet Sauvignon, per dire, ha registrato un incremento del 97% a partire dal 2000, ma anche il Lambrusco Maestri, il Primitivo e la Croatina sono fra le prime 10 varietà in quanto ad aumento di superficie. Ma il presente, e soprattutto il futuro, pare essere dei vini bianchi. Immagine da Flickr

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