Attualità

Italians do it better

pubblicata il 15.03.2013

Noi italiani siamo sempre molto bravi a lodare il verde dell'erba del vicino e denigrare tutto quanto accade nel suolo patrio, dimenticandoci che alcune cose le sappiamo fare bene. Davvero bene. Ecco allora che ci viene in aiuto l'ultimo rapporto EFSA (European Food Safety Authority) sui residui da fitofarmaci presenti nei prodotti alimentari in commercio in Europa relativi all'anno 2010. I paesi presi in considerazione dallo studio sono stati 29 (i 27 dell'UE più Islanda e Norvegia), per un totale di oltre 77.000 campioni analizzati fra ortofrutta, prodotti di origine animale e prodotti trasformati. Molto incoraggianti i risultati, sia per il nostro paese che per il vecchio continente in generale. I prodotti di provenienza europea hanno infatti fatto registrare l'assenza totale di residui sul 50% dei campioni analizzati. In pratica un campione su due non porta alcun fitofarmaco sulle nostre tavole. Se invece prendiamo in considerazione i limiti di legge, questi vengono rispettati dal 98,4% dei campioni presi in esame, con il record del 99,7% di quelli provenienti - udite, udite - dall'Italia. Andando un po' più in profondità ed esaminando il rapporto annuale sul Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale del nostro Ministero della Salute per l'anno 2010, vediamo confermate le cifre sopra riportate, con un dato però ancora più confortante: da noi la percentuale di campioni analizzati privi di residui sale al 64,2%. Tornando invece al rapporto dell'EFSA interessante vedere come tra i prodotti da Agricoltura Biologica superassero i limiti di legge lo 0,8% dei campioni analizzati. Meno bene invece i prodotti importati, che hanno fatto registrare un 7,9% di campioni oltre i limiti consentiti: una percentuale ben cinque volte superiore a quella dei prodotti europei. Manco a dirlo, in prima linea fra i prodotti fuori legge quelli provenienti dalla Cina. Record assoluto per i cavoli cinesi con l'83% dei campioni oltre i limiti consentiti, seguiti dai broccoli con il 77% e i pomodori con il 41%. Preoccupanti anche i risultati per il pepe (56%) e l'uva da tavola (52%) indiani, le patate del Brasile e l'aglio dell'Argentina. Un motivo in più per scegliere prodotti italiani. Immagine: Cortefranca

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