Attualità

Itinerari | Aosta

pubblicata il 22.03.2013

La corona di montagne, altissime. Le vie che non perdono il rigore ortogonale romano, nè l'antichità del loro respiro compresso. La sobrietà, cittadina e valligiana. La vocazione turistica, presente: senza essere un abito per ogni stagione. A camminare le strade del centro di Aosta la prima volta non sarà stupore, nè euforia: ma un sottile senso di compiutezza, una particolare atmosfera di austera compatibilità che ti prenderà lo sterno tra le mani, a sospingerti e a strattonarti 'vantindrè per il Decumano. A vedere le antiche pietre e gli spazi cubici architettati dall'ingegneria razionalista ante-litteram dei romani; la rispettosa attenzione degli abitanti per il loro passato, il gusto del ripristino, del recupero, dell'uso. E il patuà. Vai e vedi: l'Arco di Augusto e la Porta Pretoria, tratte da una linea continua che non abbandona il centro dell'orizzonte, almeno fino a quando il bianco delle vette lo staglia. Il grande mercato del martedì è fuori dal centro, ed è un mercato di stretta funzionalità: meglio introducono alla formidabile gastronomia - ed enologia, ormai si può dire - alcuni indirizzi di certo pregio. L'ErbaVoglio - dimenticandone altre cento - una bottega che chiamare pizzicagnolo è riduttivo per la cura nella selezione e nell'affinamento dei formaggi valligiani: dal più semplice, per comprendere la differenza tra quella cosa plasticosa che troviamo nelle confezioni della Grande Distribuzione e un delizioso, stagionato, profumato Fontina d'Alpeggio, in cui arrivi a distinguere le essenze di cui si è saziata la vacca, alle tome di ogni ordine e grado, ai potenti erborinati. Decinaia e decinaia, a perdifiato. Per una gita o per una vacanza, Aosta e la sua valle.

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