Attualità

Itinerari | Cattolica

pubblicata il 29.03.2013

D'estate, approdo alle rive del Lago Adriatico e in genere mi si rattrappisce il cuore. C'è un abisso genetico tra la mia idea del mare e quella cosa primordiale che si agita sciabordando ai confini di un milione di bikini. No, non è l'orizzonte su cui vuole posarsi uno sguardo sempre in debito di silenzio. Invece d'inverno l'Adriatico assume un colore pallidografico, uno spleen cromatico struggente e languido che in certi momenti di certe giornate, in certi luoghi può lasciare indifferenti solo i cuori di pietra. A Cattolica l'autostrada di spiaggia che sgorga alla foce del Po ha la prima importante soluzione di continuità: dopo il porto la costa sale, s'impenna sulle alture di Focara: non vertigini andine, ma soprassalti. E il porto moderno, poco prima, una virgola moderna. Camminare tra gli stabilmenti balneari in disuso è una Chernobyl innocua e contemporanea, deserta di uomini e di cani. Assiti malconci segnati di numeri a spray proteggono le porte a persiana, lezio massimo concesso agli architetti da bagno. Più in là, nel centro, una via legnosa affianca i retroportici, dove d'estate s'intruppano le fiumane: ora s'incaglia il sussurro dello onde lontane. Non calme, non rabbiose, ma piuttosto inutili. Attorno al porto c'è una passeggiata illustrata di vecchie foto, vecchie facce, vecchi nomi, vecchi mestieri: mentre le navi da pesca gloglottano nel bacino un curioso suono s'insuffla dai moli, una specie di concerto di canne d'organo. Tutto molto efficiente, anche se la palizzata di contenimento del vecchio porto raccontata da quelle foto era meravigliosa. Popolo di velai, rammendatori di reti, pescivendoli, pescatori: di cui si è persa la memoria visibile, perché i villaggi di pescatori nel nostro immaginario disneyano sono sempre arroccati su qualche scogliera, scomodi e pittoreschi. Però una passeggiata sul mare d'inverno, a propiziare uno spaghetto con le Telline, o una sontuosa frittura vale il viaggio. Nei calici Pagadèbit, il vino operaio che sosteneva tutti gli altri, solidale prima del tempo.

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