Attualità

Itinerari | Erice

pubblicata il 02.09.2013

Erice ha il fascino contrastante di un borgo montano laddove tutto intorno è costa frastagliata e mare, che in una giornata assolata e priva di vento, appare come una superficie levigata che non smetteresti più di guardare. E’ incredibile come basti percorrere pochi chilometri per cambiare improvvisamente punto di vista ampliando così il proprio orizzonte.Ecco che dai suoi quasi 800 metri di altitudine, con un po’ di fortuna, potrai vedere le Egadi che sembrano proprio lì, dietro al porto di Trapani. Oppure, compiendo una rotazione di quasi 180° verso nord-est, potrai scorgere il Monte Cofano e, poco dopo, San Vito Lo Capo. Difficile non emozionarsi di fronte ad un simile panorama.Erice è pietra grigia chiara, che con la luce quasi perpendicolare di questa latitudine, può diventare abbacinante. Erice è composta da numerosi vicoli che non sono solo animati da negozi di souvenir per i turisti, ma è fatta di cancelli arzigogolati che celano angoli segreti,  è mistero e scorci nascosti di rara bellezza.Erice è un susseguirsi di cinta murarie, è il castello di Venere che sorge in cima alla collina. E ancora torri, campanili, vertiginosi strapiombi, ma anche chiese che ammontano ad un numero a dir poco sorprendente - oltre la sessantina - se paragonato alle dimensioni del borgo. Sfortunatamente non tutte sono visitabili, ma pagando una piccola quota è possibile ottenere un biglietto che consente di ammirarne circa una decina.Tra tutte, la vera sorpresa è il duomo dell'Assunta. Se la facciata con le sue superfici massicce la fa assomigliare più ad una fortezza che ad un luogo di culto – guarda caso fu fatta costruire da Federico III D’Aragona a scopo difensivo – è l’interno a lasciare senza respiro. Da poco restaurato, colpisce per il bianco niveo delle volte delle navate, che alcuni giochi di luce fanno virare verso l’arancio e il verde, e le decorazioni neogotiche talmente fini e particolareggiate da sembrare pizzi e merletti di pregio.Erice è anche il profumo delle paste di mandorla, della genovese con la crema ancora calda e degli altri prodotti di pasticceria conventuale, come quella di Maria Grammatico vissuta per anni all'interno del convento di San Carlo.Che tu raggiunga questa cittadina dalla vicina Trapani in automobile o con vari mezzi pubblici, non senza una lunga serie di tornanti, oppure con la suggestiva funicolare, non potrai non farti ammaliare dalla sua aura senza tempo.

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