Attualità

Itinerari | La Riserva dello Stagnone, Trapani

pubblicata il 07.10.2013

Un panorama piatto, dominato essenzialmente dall'acqua. Acqua marina che, approssimandosi alla costa, viene suddivisa in maniera arbitraria e geometrica, quasi fosse una scacchiera, in bacini di estrazione da canali e camminatoi. Acqua che assume le più svariate sfumature durante il corso del giorno, dal rosa al viola passando per l’arancio vivo al tramonto, dal grigio all’azzurro al variare delle condizioni atmosferiche e della luce. Tutto intorno un silenzio assordante, solo il frinire delle cicale e il vociare di alcuni esemplari di uccelli acquatici. Un paesaggio lagunare, per certi versi magico, interrotto solamente da qualche mulino a vento dalla cupola rossa e conica, utilizzato con una duplice funzione: per convogliare quella stessa acqua tra i vari bacini e per la molitura del sale. E ancora, cumuli di cristalli scintillanti, barche dalle tinte pastello che ondeggiano con calma e costanza, e gruppi di tegole ammassate qua e là in maniera ordinata. E’ proprio in questo tratto di costa, grazie a fondali poco profondi, alle acque ad alta concentrazione salina e alle alte temperature unite ad un’ottima ventilazione, che si verificano le condizioni ideali per la produzione di sale. Un’area già nota ai fenici, che per primi vennero qui per estrarre questi preziosi cristalli che, nel corso dei secoli, furono esportati in tutto il bacino del Mediterraneo trasformando Trapani in un importante porto commerciale. La Riserva Naturale dello Stagnone attualmente si estende lungo l’antica "via del sale" che collegava Trapani a Marsala, per un'area di oltre 2000 ettari nel territorio compreso tra Punta San Teodoro e Capo Lillibeo. Al suo interno si trova un piccolo arcipelago composto da Isola Grande, Santa Maria, Schola e San Pantaleo. Su quest'ultimo si trova l'antico insediamento fenicio di Mozia, che un tempo si allacciava alla terra ferma attraverso la “strada punica” - ora posta sotto il livello dell’acqua - oggi è invece raggiungibile in barca dal molo di attracco che si trova di fronte all'isola. Nelle vicinanze è anche possibile visitare il Museo delle Saline, situato all'interno del Mulino d'Infersa. Accanto alla produzione di sale, quest’area salmastra è di grande interesse naturalistico perché popolata da numerose specie ornitologiche, da una rigogliosa fauna ittica e una flora altrettanto tipica e rara. Uno splendido esempio di coabitazione tra natura e la rispettosa presenza dell'uomo.

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