Attualità

Itinerari | Trani

pubblicata il 11.06.2013

All'improvviso le quinte si aprono: la viuzza si slabbra nella grande piazza, e l'orizzonte finisce ostaggio di quei due grandi corpi di fabbrica. Una rappresentazione grafica della vita dell'Uomo, carne e spirito a guardarsi in faccia, sfacciatamente. Sotto il livello del pavimento il Castello: un colossale capodoglio bianco, squadrato, spiaggiato sulla scogliera di un mare vergognosamente blu. Un cielo spudoratamente blu, come se il creatore avesse un'eccedenza di latte di smalto cobalto. A partire dal livello del pavimento, la Cattedrale. Una proporzione perfetta, una capanna così lieve da perdersi nella magia della pietra. E tutto questo si svolge su una spianata ampia e sgombra: forse la cosa più evidente di questa Trani è proprio l'assenza di confini urbani attorno ai centri della vita cita cittadina. No a coorti di palazzi facciate finestre, no a confini verticali, no a proscenio finito e limitato, ma addirittura l'orizzonte come scenografia. Allora riguardi la Cattedrale con occhi diverso. Tutte quelle verticali che sembrano appese alla volta di qualcosa di celeste e insondabile. Quelle verticali parallele, quei portici solo disegnati che paiono figli di un gesto superiore. E il campanile, conficcato sul selciato come una indicazione chiara, imperativa verso l'altissimo. A sfilarsi verso l'alto, dimagrire di  muri e di volumi, con quelle finestre che si spalancano ogni piano di più, fino a rendere la guglia quasi un capogiro. Quasi un'ingiustizia, che tutto ciò finisca lassù, come si mancasse una Dolomite alta sempre. Giri tutt'attorno, e ti lasci imprigionare della vertigine dello spirito, perpendicoli inebrianti, eterni. [Un saluto all'amministrazione comunale: molto bello il parcheggio sulla piazza, comodo. Molto comoda anche la totale assenza di indicazioni su come pagare l'obolo, tra l'altro con la tecnologicamente avanzatissima forma del gratta-e-parcheggia. Così hai l'ansia di trovarli, l'ansia di grattarli, e l'ansia di scappare quando è finito il tempo, che non ti venga l'idea di cambiare idea, e magari fermarti un po' di più: a un ristorante, a una gelateria. E lasciare un po' di più di denari sul territorio. E se - per dire - hai un'ora di tempo, ne perdi metà a metterti in regola con le regole. Ma davvero non si può fare di meglio?]

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