Milano vicino l'Europa, Trapani vicino l'Africa. Luce abbagliante che esalta i contrasti e cielo terso spazzato dal vento. Città del Vento e della Vela, come annuncia il cartello di benvenuto ai turisti, Trapani non tradisce le premesse. E se durante il giorno la temperatura insiste verso l'alto, lungo le antiche mura di Tramontana una tregua dal caldo soffocante è sempre possibile, in uno scenario da cartolina abusato da fotografi d'ogni risma.Trapani, Finistère della Sicilia occidentale, città dei Feaci di omerica memoria, estrema propaggine falciforme caduta ad una Cerere in corsa, si allunga verso l'Africa e ne respira gli odori e i sapori. Come quelli del cous cous ad esempio, che a Trapani si fa col pesce, come da antica tradizione marinara. O del gelsomino, che dà origine a soavissimi gelati e granite.La circonda un'altissima concentrazione di bellezze naturali: dal monte Erice col capo quasi perennemente coperto da un leggero cappello di nubi grigie alle saline che, poco prima della raccolta del sale, si trasformano magicamente in una distesa rosa. E' il colore dei gamberetti di cui si nutrono i fenicotteri il motivo per cui i fenicotteri, che sostano volentieri in quelle acque prima di proseguire il loro volo verso altri lidi, assumono il medesimo colore.Dal barocco di Marsala, tra i meno noti ed acclamati della Sicilia, all'eterna, immobile bellezza espressa attraverso le forme imponenti del tempio di Segesta, il Tempio Grande, appoggiato su una nuvola verde. Poco distanti, le 'figlie': tre isole, le Egadi, così vicine che pare si possano toccare soltanto allungando una mano. Più lontana, in mezzo al canale di Sicilia, un arcaico miracolo vulcanico dal fascino senza pari: Pantelleria.Può capitare, passeggiando per le vie periferiche della città, di perdersi ed imbattersi inaspettatamente in un poetico e maestoso cimitero borbonico non lontano dalle antiche vestigia di una tonnara abbandonata: è così che le due morti - quella della vittima (il tonno) e quella del carnefice (il pescatore) - si ritrovano sotto lo stesso cielo, lungo lo stesso mare.Capita, passeggiando per le vie del centro, di notare stridenti contrasti architettonici, figli dell'edilizia necessaria degli anni successivi all'ultima guerra, complice della distruzione di alcuni tra gli edifici più belli degli ultimi 400 anni e di uno stile - il Liberty - che sopravvive ancora oggi in molti piccoli particolari e nel palazzo delle Poste, dove la bellezza di un tetto a mosaico la cui vetrata piombata, miracolosamente integra, cattura lo sguardo verso l'alto e toglie il fiato.Gli importanti eventi velistici internazionali degli ultimi anni - America's Cup - hanno provvidenzialmente donato ai più rappresentativi edifici nobiliari e di culto il loro aspetto migliore, con un'operazione di restauro delle facciate che ha permesso alle strade principali di ritrovare il loro splendore, appannato dal tempo e dall'azione corrosiva della salsedine.Andando via da Trapani, capita quasi subito, fin dall'aereo, di avere la sensazione di non aver visto abbastanza, di essersi persi qualcosa d'importante. Niente paura, è solo voglia di tornare. E a Trapani, prima o poi, ci si torna.