Attualità

Killing me softly

pubblicata il 13.12.2012

Se l'uomo sia originariamente carnivoro o vegetariano è difficile stabilirlo. Normalmente i vegetariani amano dire che l'uomo è vegetariano di natura e carnivoro per necessità. I carnivori, anzi meglio gli onnivori, sostengono invece l'equilibrio di una dieta varia ed equilibrata. Entrambe le fazioni hanno i loro testimonial, le loro convinzioni e i loro riti. Interessante pensare che fino all'ottocento i regimi alimentari privi di carne erano detti pitagorici, dal nome del matematico greco, vegetariano e simbolo per secoli del movimento. Discorso a parte meritano i vegani, che scelgono di non nutrirsi di alcun tipo di proteina di origine animale, che invece i vegetariani ogni tanto si concedono: niente uova e niente latticini. Categoria curiosa è quella dei carnivori selettivi, che mangiano solo alcuni tipi di carne in relazione al sentimento di pietà o ribrezzo che provano per alcune specie animali. Tra i più esclusi dalle tavole l'agnello, il capretto e l'asino. Molte volte le motivazioni che portano ad escludere la carne dalla dieta sono legate ai metodi di allevamento e di uccisione. A venire in aiuto delle nostre coscienze, ma soprattutto degli animali allevati ci pensa la Ciwf: Compassion in World Farming. Fondata nel 1967 da un allevatore inglese per combattere contro il proliferare degli allevamenti industriali, l'organizzazione è ormai diffusa a livello mondiale e ha contribuito a migliorare sensibilmente le condizioni all'interno degli allevamenti intensivi. Scopo dichiarato quello di mettere il benessere animale al centro dell'industria alimentare, escludendo le gabbie per le galline ovaiole, i box per i vitelli e le gabbie di gestazione per le scrofe. Fra i successi maggiori il riconoscimento degli animali come esseri senzienti dal Trattato di Lisbona: "Nella formulazione e nell’attuazione delle politiche (…) dell'Unione (…) gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti". Gli animali diventano quindi meritevoli di rispetto, con il diritto di vivere una vita dignitosa, pur con l'inevitabile epilogo di finire sulle tavole. Molti i settori in cui l'associazione opera: da quello legislativo, fianco a fianco con i legislatori dei vari stati, università, istituti di ricerca, unità sanitarie, fino alla grande distribuzione, con consulenze personalizzate per migliorare gli standard di selezione delle carni in vendita e trovare assieme opportunità di marketing. Compassion lavora anche in affiancamento agli allevatori e alla ristorazione. Diversi anche i premi che l'associazione conferisce nel corso dell'anno: Good Egg, Good Chicken, Good Milk e Good Pig, oltre che tre premi diversi per i supermercati che si impegnino a scegliere prodotti da allevamenti che mettano in prima fila il benessere animale. Arriveranno presto anche in Italia.

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