Attualità

La dura vita del latte crudo

pubblicata il 01.02.2013

Le innovazioni nascono sempre dalla storia. Conservo ancora a casa le bottiglie di vetro da litro e da mezzo litro che i miei genitori, allora co-gestori di una trattoria, si facevano recapitare tutte le mattine. Latte fresco, latte crudo. Poi si è abbattuta sull'Italia l'ondata del consumismo. Erano begli anni: si stava bene, l'economia cresceva e anche le classi più umili stavano rialzando la testa. Il vetro, pesante e scomodo da gestire: sono arrivati il tetrapack, la plastica, l'UHT, il latte a lunga conservazione, le confezioni usa e getta. Per questo i continui corsi e ricorsi della storia mi fanno sempre sorridere, da buon nostalgico. L'arrivo dei bancolat, i distributori automatici di latte crudo, sono stati una grande novità, ma allo stesso tempo un ritorno al passato. Il successo è stato immediato, un po' per il fascino retrò del rito di andare a prendere il latte, un po' per la rinnovata fiducia nei confronti dell'agricoltura di prossimità. Graditi e promossi dalle associazioni di categoria e da quelle dei consumatori, si sono rapidamente diffusi in tutta Italia, tanto da far nascere mappe georeferenziate per individuarli sul territorio nazionale. I problemi di questo prodotto, e di questo modo di distribuirlo, sono sempre stati di natura salutistica. Il latte che normalmente compriamo al supermercato o nei negozi, è infatti sottoposto a pastorizzazione, un processo termico che permette di eliminare eventuali patogeni dannosi per l'uomo. Per migliorare e prolungare la conservabilità il latte le industrie ricorrono anche al trattamento UHT (ultra hight temperature), che lo porta ad alte temperature per pochi secondi, per poi raffreddarlo altrettanto rapidamente. Dopo alcuni problemi di tipo sanitario, nel tempo la legge ha imposto alcune limitazioni al commercio di latte crudo, e adesso arriva un'altro giro di vite. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 gennaio il Decreto del Ministero della Salute del 12 dicembre 2012. Il decreto, molto breve, prevede che chi vende latte crudo con i distributori automatici deve "riportare in maniera chiara e visibile sul frontale del distributore automatico, in rosso e con caratteri di almeno 4 centimetri, la dicitura: «prodotto da consumarsi previa bollitura»; indicare in maniera chiara e visibile la data di mungitura del latte e la data di scadenza dello stesso, che non deve superare i tre giorni dalla data di mungitura; escludere la disponibilita' di contenitori destinati al consumo in loco del prodotto". Le stesse indicazioni dovranno essere riportate sulle etichette delle bottiglie, qualora il distributore sia dotato di un sistema di imbottigliamento. Precedentemente il Decreto Balduzzi aveva già imposto il divieto di distribuire latte crudo nell'ambito della ristorazione collettiva, comprese le mense scolastiche, nonché l'obbligo di trattarlo termicamente anche alle gelaterie artigianali. Povero latte crudo, non lo invidio proprio. Immagine: flickr

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