Attualità

La Fratellanza, ovvero la Cassoeula

pubblicata il 13.12.2007

Statènto, dice Luigi. A La Fratellanza - Trattoria in San Vito di Gaggiano, MI - vado perchè la seconda volta c'è aria di casa, la terza volta siete amici. La quarta volta, o la ventiduesima, Luigi ti viene incontro fissandoti diritto negli occhi, a mano tesa: una mano come un tagliere, secca, forte, virile, di quella virilità carnosa e asciutta che ti s'attacca addosso, e ti dice, Statènto. Luigi, chef interista e pirotecnico, sempre in vena di graffianti arrivi, corrosivi il giusto: intinti come sono in un patuà abbastanza misto di italiano fortemente accentato e questo idioletto versicolore, ti tende la mano dicendoti Statènto, c'è la casoeula, la vuol sentire. Dici Alla grande, e ti siedi al tavolo da uno che ti hanno preparato appena hai varcato la soglia. Ti bisbiglia nell'orecchio Alora, non prendere il primo, magari due fettine di cotechino caldo, due fettine di salame, e poi c'è la casoeula con la polenta. Ti fai arrivare un assaggio di cotechino, ma buono, e l'indescrivibile salame di fegato di maiale: una referenza dimenticata ai più e straordinariamente viva, burrosa, quasi un patè lardellato da sciogliersi al calore del palato, buono-buonissimo, quasi stordente nella sua verità. Poi: monumentale, immensa, corpulenta, polputa, la Cassoeula Definitiva. Con inappropriate parole racconterai di queste cotenne meravigliosamente morbide, squagliose eppur sostenute. Racconterai di questa verza stufata dolce e croccante, spessa, grassa di carne vegetabile. Racconterai ancora delle costine sode e piene, tenere, sapide del suo bel sapore di carne cotta a lungo e senza infingimenti. Luigi ti passa di fianco e te lo chiede, Veh, dica che l'ha mangiata più buona di così, eh. No, gli fai segno, mentre ti districhi tra i sapori. Per finire? Una fetta di salame di cioccolato per Bacco, e per Giove e per Saturno, e per essere seppur brevemente, felice.

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