Attualità

La grande abbuffata

pubblicata il 08.04.2013

I disordini alimententari sono uno dei problemi sommersi dei nostri tempi. L'obesità è una delle patologie più diffuse e più combattute a livello mondiale, per tutte le conseguenze che porta al nostro organismo, mentre bulimia e anoressia sono piaghe sociali diffuse soprattutto fra le adolescenti: 8-10 ragazze su 100 tra i 12 e i 25 anni di età soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Gli studi, per fortuna vanno avanti, e sembrano aver raccolto i primi risultati per capire quale sia il meccanismo che regola l'appetito in noi uomini e come controllarlo.Qualche anno fa il dottor Gene-Jack Wang del Brookhaven National Laboratory di New York è riuscito a ricondurre lo stimolo della fame incontrollata a quello dell'assunzione di droghe e alcol. Tutto colpa della dopamina, vero regolatore della sensazione di piacere nel cervello umano. Le analisi eseguite con la PET (tomografia a emissione di positroni) hanno infatti rilevato come i livelli di recettori della dopamina, che intercettano i messaggi chimici di benessere e di ricompensa nel cervello, diminuiscono nel cervello degli individui obesi, mentre le parti del cervello responsabili del gusto percepito nella lingua, nella bocca, e le labbra sono più attivi negli obesi. Addirittura la sola vista e l'odore dei cibi preferiti provoca picchi dei livelli di dopamina nel cervello di persone mal nutrite: esattamente quello che succede ai tossicodidendenti. Il cibo come una vera e propria droga, insomma, capace di creare dipendenza e comportamenti anomali e incontrollati.Ancora più in profondità si sono spinti i ricercatori della University of East Anglia, guidati dal dottor Mohammad Hajihosseini, che sono riusciti a identificare le cellule che controllano l'appetito. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience, intendeva verificare l'assioma secondo il quale le cellule nervose responsabili della regolazione dell'appetito si generano interamente durante lo sviluppo embrionale e non si modificano più durante tutta la vita delle persone. Si è visto che in realtà un tipo di cellule cerebrali, chiamate taniciti, si comportano come cellule staminali e aggiungono neuroni al circuito cerebrale che regola l'appetito anche dopo la nascita e in età adulta. Il prossimo passo è quello di identificare quali siano i geni che regolano il comportamento e l'attività dei taniciti. Questo potrebbe aprire la porta allo studio di nuovi farmaci per combattere l'obesità e i disturbi alimentari, con notevoli benefici per la salute oltre che per le casse dei vari stati.Si calcola infatti che a livello mondiale ci siano più di 1,4 miliardi di persone in sovrappeso e oltre mezzo miliardo di obesi. A questa condizione sono legate tutta una serie di patologie come il diabete, il cancro e diversi problemi cardiocircolatori. Questo provoca la morte di quasi 3 milioni di persone all'anno oltre che spese sanitarie di circa 5 miliardi di sterline in Inghilterra, giusto per fare un esempio, e 60 miliardi di dollari negli Stati Uniti. È proprio il caso di dire che prevenire è meglio che curare.Immagine: Medical Express 

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