Attualità

La salute veniva mangiando

pubblicata il 02.11.2012

Puntuale come ogni anno Legambiente ha presentato il dossier Pesticidi nel piatto, un'analisi sulla presenza di residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e loro derivati. Un rapporto a due facce quest'anno: se da una parte assistiamo alla stabilizzazione del numero di campioni fuori legge - lo 0,6% del totale - dall'altro aumentano i campioni che presentano residui di più di un fitofarmaco, con il record di un campione d'uva che presentava tracce di 9 diversi fitofarmaci contemporaneamente. Quello di Legambiente è un lavoro di sintesi. L'associazione raccoglie e struttura i dati delle analisi che provengono dalle ARPA delle varie regioni d'Italia, dalle ASL e dai vari uffici regionali competenti in materia. Analisi ufficiali quindi. Da queste emerge anche un altro dato: circa un terzo di quello che mangiamo presenta residui di uno o più fitofarmaci, pur rimanendo nei limiti fissati dalla legge. Il problema più grosso pare essere quello del mix dei residui. Gli studi scientifici si limitano infatti a indagare gli effetti sull'organismo del singolo residuo, e non delle possibili combinazioni dei diversi fitofarmaci o principi attivi presenti in commercio. Non possiamo quindi prevedere la risposta del corpo umano alle combinazioni di un numero più o meno elevato di questi composti di sintesi. I prodotti analizzati su cui sono stati rilevati residui multipli sono per la maggior parte pere, mele e uva. Queste notizie arrivano mentre dal Salone del Gusto Libero Ciuffreda, oncologo dell'ospedale Molinette di Torino, ci ha spiegato che ogni anno arriviamo a mangiare 5 chilogrammi di additivi, fra coloranti, emulsionanti, conservanti e aromatizzanti.Ciò deriva principalmente dal consumo di cibi elaborati a discapito di quelli freschi, l'esatto contrario di quanto accadeva in Italia fino a qualche decennio fa. E anche qui, come nel caso dei fitofarmaci, l'effetto del mix dei diversi additivi non appare chiaro. Quello che è certo è che una dieta con materie prime sane e di qualità è il miglior antidoto nei confronti di malattie gravi, come il tumore, ma non solo. C'è di che riflettere. Immagine Legambiente  

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