Attualità

Le carrube

pubblicata il 30.10.2013

Un tempo le carrube le portava la befana, il 6 gennaio di ogni anno ai bambini che avevano fatto i bravi. Assieme qualche mandarino e una manciata di arachidi. Ma le carrube avevano una marcia in più: erano dolci, decisamente dolci. Non che fossero facili da mangiare con quella buccia coriacea, ma regalavano sensazioni che era difficile trovare in altri frutti, almeno nelle famiglie povere. Merito del glucosio e del saccarosio, presenti abbondantemente in questo frutto.
Tecnicamente si chiama lomento e a differenza degli altri legumi non si apre sull'albero, ma cade a terra intero, per poi dividersi in trasversalmente in singole sezioni. Ogni sezione contiene un seme: nero, duro, appiattito su una faccia e dalle dimensioni molto regolari. Non è un caso infatti che vengano chiamati carati, dall'arabo Qirat, che in greco diventa keràtion. La loro regolarità nelle dimensioni e nel peso li fece diventare nel tempo l'unità di misura per le pietre preziose.
E dire che oggi la destinazione di questo frutto è principalmente l'allevamento dei cavalli. Ma non è sempre stato così. Nel passato è stata anche una fonte di sostentamento per gli uomini. Basti pensare a San Giovanni, che pare essersi nutrito proprio di carrube nel suo periodo di permanenza nel deserto, dai cui il nome comune di pane di San Giovanni che viene ancora attribuito a questo frutto. In realtà qualche utilizzo alimentare ancora ce l'ha: la farina di carrube viene utilizzata come addensante e come stabilizzante per diverse preparazioni e prodotti commerciali. Rientra anche nella preparazione di prodotti e dolci a base di cioccolata, come sostituta o in aggiunta al cacao. Alcuni azzardano anche una sua sostituzione al caffè, in particolare quello solubile, ma in questo caso il risultato è decisamente diverso dall'originale. Il bello della farina di carrube è che ha un contenuto bassissimo di grassi ed è ricca di calcio e di ferro. 100 grammi di farina apportano al nostro organismo circa 380 kcal, 40 grammi di fibre e 49 grammi di zuccheri.
In Italia l'albero del carrubo (Ceratonia siliqua) è presente in maniera spontanea lungo le coste del Tirreno, dell'Egeo e dell'Adriatico pugliese. L'alberello è piccolo, raggiunge gli 8-10 metri al massimo, con una crescita molto lenta e una grande resistenza a caldo e siccità. È un albero sempreverde, con foglie composte, con 2-5 paia di foglioline ciascuna. I frutti ci mettono un anno a maturare e si raccolgono tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno. Giusto in tempo per la calza della befana.
Immagine: Flickr

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