Attualità

Let it snow

pubblicata il 31.01.2010

E' una luce tutta particolare quella delle mattine che ti svegli con la neve, irripetibile. Metti il naso fuori della finestra in quel lucore senza ombre, azzurro come il fumo delle sigarette al mentolo. Fiocca, fiocca forte e continuo, resti lì davanti alla finestra come ipnotizzato dal silenzio irreale, da quel mondo a cui è stato rubato l'orizzonte. Metti su un disco vecchio, una cosa minore degli Stones, e giri per casa saggiando il legno del pavimento con le piante dei piedi scalzi, cercando di captare le vibrazioni del basso o le variazioni di temperatura, dove le arterie della casa portano l'acqua più calda del sangue. Il tempo passa più lento del solito, mentre metti assieme due cose per pranzo: sardine fritte in crosta di farro, dei ravioli ripieni di rombo ed erba cipollina tirati sulle vongolone veraci, e una bottiglia del pinot grigio più strano che c'è quello di Dario Princic. Avrei finito volontieri con la sciampagna di Raimondo Boiardo, ma qualcun altro ha avuto lo stesso pensiero prima di me. E non aveva nemmeno le chiavi di casa. E di certo non ha scalato il Pordoi.

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