Vi proponiamo idee semplici, ma gustosissime con abbinamenti diversi con verdure, formaggi e affettati. Da preparare come antipasto o per il pic nic.
È difficile che lo chef di un ristorante stellato utilizzi ingredienti lavorati per i suoi piatti. Molto difficile. Figurarsi quelli ultratrasformati (che cosa sono ve l’abbiamo spiegato con l'articolo La mala-evoluzione del junk food ): “Preferisco scegliere le materie prime e poi servirmene io per le mie ricette”, ti dirà uno qualsiasi di loro se gli domandi che cosa pensa dei cibi “pronti” e se li usa.
E però... e però c’è un’eccezione alla regola: Sally Abe, la chef dell’Harwood Arms, ristorante con una stella Michelin nel cuore di Londra, è la prima a impiegare in cucina uno di questi prodotti. Di più: è la prima a impiegare un’alternativa vegana a un prodotto di derivazione animale. Da un paio di giorni, è possibile ordinare il suo celebre Uovo alla Scozzese (un antipasto fatto con uova avvolte nella carne di maiale, poi impanate e fritte) con la non-pancetta al posto della pancetta tradizionale.
CAMERIERE, “QUESTA NON È PANCETTA”
La scelta della Abe è caduta sulla pancetta vegana dell’ingleseThis, realizzata partendo dalla soia: l’azienda, che ha a catalogo anche numerose varianti di non-pollo, si chiama così appositamente per creare un gioco di parole con i suoi prodotti, che sono “This isn’t Chicken” (in italiano, “Questo non è Pollo”) e “This isn’t Bacon” (“Questa non è Pancetta”, cioè).
Una scelta originale, simile a quella della cilena NotCo (di cui vi abbiamo raccontato nell'articolo Pesce di banana, patatine di salmone, latte fatto dall'IA e altri cibi assurdi che puoi già mangiare), anche utile per evitare noie legali dai produttori di alimenti tradizionali (Perché se è vegetale non si può chiamare latte? Vi spieghiamo la battaglia sui nomi dei cibi ). E pure critiche sui social network, perché già te lo dicono loro che “non è pancetta”.
UNA DECISIONE IMPORTANTE
Nel complesso, il piatto è vegetariano e non vegano (perché comunque c’è l’uovo), ma il suo arrivo nel menù è comunque importante. Per due motivi, soprattutto: perché offre una possibilità di scelta in più, per esempio per le persone vegetariane che sinora non potevano provare questa particolare ricetta; perché apre una breccia che potrebbe portare anche il mondo dell’altissima cucina a scegliere alternative plant-based alla carne. Con tutto quello che ne conseguirebbe.
La scelta di This è un altro dettaglio importante in questa storia. È un’azienda relativamente giovane, piccola, non certo a livello dei colossi americani Beyond Meat e Impossible Foods, e però ha già le spalle abbastanza larghe: nata (anche) grazie a una campagna di crowdfunding online, ha avuto talmente successo da raccogliere successivamente oltre 4,5 milioni di euro da investitori privati.
Vi proponiamo idee semplici, ma gustosissime con abbinamenti diversi con verdure, formaggi e affettati. Da preparare come antipasto o per il pic nic.
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