Attualità

L'ultima tazzina

pubblicata il 04.12.2012

Si avvicina la fine del mondo, i Maya l'avevano detto. Quello che non avevano previsto è la scomparsa del caffè. È quanto emerge da uno studio del Royal Botanic Gardens in collaborazione con un gruppo di scienziati etiopi, che ha previsto l'estinzione entro la fine del secolo della specie Arabica (Coffea arabica), a causa dei cambiamenti climatici in atto.L'Arabica cresce spontanea nelle foreste umide e poste a elevate altitudini di Etiopia e Sud Sudan. I suoi grani tostati danno origine al caffè, la bevanda più diffusa al mondo, ma anche la fonte di sostentamento per milioni di famiglie nelle zone tropicali del pianeta: si stima che ci siano al mondo ben 20 milioni di famiglie e 100 milioni di persone che sopravvivono proprio grazie alla coltivazione di questa pianta. Esistono 125 specie di caffè, ma l'Arabica, assieme alla Robusta (Coffea canephora) sono le più coltivate e compongono la gran parte dei blend che poi finiscono nella nostra tazzina.Lo studio ha messo alla luce il fatto che l'Arabica è una pianta molto sensibile ai cambiamenti climatici, e i sintomi della sua difficoltà sono già sotto l'occhio di tutti: bassa frequenza di fioritura e fruttificazione, caduta dei semi, assenza di nuove piantine. E i sintomi sono talmente gravi che gli scienziati predicono la scomparsa delle piante presenti naturalmente nelle foreste già entro il 2020.Anche le coltivazioni non se la passano meglio. Le condizioni ottimali per la crescita e la fruttificazione del caffè stanno infatti diventando sempre più rare. La conseguenza è una minore produttività delle piantine, la sempre maggior necessità di cure, come l'irrigazione, e la perdita di superficie coltivata per le avverse condizioni climatiche. Non per nulla il prezzo del caffè è ai massimi storici da 30 anni a questa parte, a causa della concomitanza dell'aumento della domanda e del calo dell'offerta.Di questo passo lo studio prevede una totale estinzione del caffè Arabica, anche quello coltivato, entro il 2080 se non verranno messe in atto azioni per la salvaguardia della specie. In particolare è fondamentale salvare la variabilità genetica delle piante selvagge, vera ricchezza per la futura sopravvivenza della specie. Per questo gli scienziati hanno individuato una serie di siti in cui il caffè potrebbe continuare a vivere anche allo stato selvaggio. E salvare il nostro rito del caffè quotidiano. Speriamo bene.Immagine da Flickr

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