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Marie-Hélène Deiss: "il vino dell'Alsazia non è uva ma territorio"

pubblicata il 03.12.2012

E' emozionante conoscere un vino dal racconto di una donna, e lo è ancora di più se si tratta della moglie del produttore, specie se per lui è molto più che una musa ispiratrice, e lascia emergere il suo lato professionale di enologa. E' ciò che accade parlando con Marie-Hélène, la moglie di Jean-Michel Deiss, un uomo che è diventato celebre per aver rivoluzionato la filosofia più che la produzione del vino alsaziano, con un'impronta assolutamente unica e personale, secondo la convinzione che non importa quale uva si vendemmi perchè nella bottiglia ci finirà sempre il terroir. Marie-Hélène ama usare un semplicissimo esempio per fare capire la visione del Domaine Deiss: "quando si scrive una lettera o una poesia, la penna o la matita sono solo uno strumento; esse non decidono autonomamente le parole, perchè la creatività sta in chi le guida, e nel caso delle viti è il territorio." Marie-Hélène è originaria di Montpellier, ha studiato enologia, e dopo la laurea ha girato un po' di mondo tra California e Sud Africa perchè era convinta che quando si è giovani è meglio andare il più lontano possibile a conoscere ciò che è più diverso dalle nostre esperienze. Una volta tornata in Francia si è convinta che l'Alsazia fosse la regione più esotica dove poter andare a fare esperienze in cantina, visto che le sue conoscenze di assaggi si limitavano alle "vendanges tardives et sélections de grains nobles" e ha scritto una richiesta di impiego al Domaine che l'aveva incuriosita di più per questa sua fissazione sul terroir. L'amore comune per l'espressione di un territorio ha unito Marie-Hélène e Jean-Michel in un progetto di vigna che è diventato di vita. Il cuore della filosofia del Domaine Marcel Deiss è nella complantazione, ovvero la coltivazione e la vendemmia in un unico momento di una vigna in cui sono piantati diversi vitigni e differenti cloni. Una selezione massale consente di preservare le caratteristiche delle vecchie vigne per piantare le nuove viti, e l'unico criterio di impianto è dato dalle caratteristiche del terreno: su suoli calcerei anche i vitigni meno potenti e più fini, mentre il gewurztraminer solo su terreni più ricchi che riescono ad espreimere la loro personalità anche nel caso di vitigni aromatici e potenti. Quando si chiede a Marie-Hélène che tipo di vino è più vicino al suo modo di essere, lei risponde che non sceglierebbe mai un vino, ma un terroir. Si definisce "calcarea: un suolo dove si riesce ad avere l'equilibrio tra acidità, volume e seduzione, profondità e potenza", mentre tra i vitigni preferisce quelli che sanno farsi mezzo per il terroir, che non dominano ma fanno da voce per il terreno. La cosa che Marie-Hélène dice di amare di più dell'Alsazia è l'energia del  suo paesaggio: vigneti in pendenza immersi nella luce che giunge da dietro le montagne, un'energia che emerge in maniera impressionante nei vini del Domaine Deiss. Tra le tante eccellenze una bottiglia stupisce per la sua unicità al contempo austera e complessa: Engelgarten 2008  1er cru. Una vigna che sorge sui depositi fluviali denominati "Graves" in cui convivono riesling, muscat e tre pinot, blanc, gris e noir. Il terroir domina i vitigni portando nel bicchiere una potenza di frutta tra pompelmo rosa, leggero maracuja e carambola, insieme alla mineralità salina e tagliente della pietra focaia e della grafite. Un finale estatico con note leggermente mentolate e miele di eucalipto. Seduttivo nel suo essere esotico, avvincente nella sua precisione tesa che lo rende infinitamente persistente.

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