Attualità

Mele e pere a stelle e strisce

pubblicata il 08.07.2013

In questi giorni non si fa che parlare di datagate e del destino dell'uomo che ha fatto nascere ed esplodere lo scandalo dello spionaggio a livello mondiale da parte degli Stati Uniti. Le prime reazioni europee, come da copione, sono state stizzite e pure molto irritate: la minaccia era quella di mettere in dubbio un potenziale accordo commerciale fra il nostro continente e gli USA. Sarebbe stata una gran brutta notizia per il nostro comparto agroalimentare, alle prese con la crisi dei consumi interni e con una stagione non proprio da ricordare. Fortunatamente tutto sembra procedere normalmente e oggi i delegati europei e quelli statunitensi dovrebbero trovarsi a Washington per discutere i termini dell'accordo, gettando le basi per quella che si preannuncia essere la maggiore area di libero scambio al mondo. Area che per l'ortofrutta italiana risulta ancora tabù, visto che la lista di possibili prodotti esportabili è davvero ridotta e legata a una serie di problemi fitosanitari che, di fatto, hanno finora impedito l'export dal vecchio al nuovo continente. Qualche passo in avanti sembra essere stato fatto e anche l'accordo per l'export italiano pare giunto a un buon grado di avanzamento. Lo dimostra la visita da parte dell'ispettore americano Aphis del nostro paese dal 24 al 28 giugno scorsi. Durante la sua permanenza, Aphis ha potuto visitare le zone di produzione delle mele e delle pere in Italia, in particolare Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna, oltre che tutte le strutture coinvolte nella filiera produttiva. Questo per verificare che gli standard italiani fossero in linea con le richieste molto restrittive della legislazione americana. Ora il prossimo passo sarà quello di fare un piccolo test nella zona est degli Stati Uniti. Un progetto pilota per verificare che tutto giri per il verso giusto e che coinvolgerà l'Emila Romagna con le pere Abate e il Trentino Alto Adige con le mele Golden Delicious, Gala e Granny Smith. Se tutto funzionerà e non ci saranno intoppi burocratici - in queste cose gli statunitensi sono molto rigidi - si potrà iniziare ad ampliare l'offerta oltreoceano e dare un po' di respiro ai nostri agricoltori. Dopo i salumi, speriamo sia il momento buono anche per frutta e ortaggi. Immagine: CesenaToday

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