Attualità

Mimì | La melanzana all'impiedi di Sant'Agata dei Due Golfi

pubblicata il 19.07.2012

Prima, dicono gli indigeni, prima la friggitoria di Mimì stava in fondo a una scaletta di tre gradini. Andavi, arraffavi alla meglio la melanzana più buona del mondo e la mangiavi per strada, con il sole di Sant'Agata a brasarti le spalle. Prima, dicono gli indigeni, e fanno così con la testa per dire che prima le melanzane fritte di Mimì erano meglio: più buone, più tutto. Ora Mimì ha immolato la poesia della scaletta ad una più profittevole distesa-con-pizzeria-annessa, con i tavoli e le sedie uguali a tutte le pizzerie annesse di tutt'Italia. Però funziona ancora il servizio d'asporto e puoi ancora arraffare una melanzana fritta e sgranocchiarla seduto sul muretto, all'ombra dei tigli della piazza. Ti farà stare sereno che la melanzana di Mimì non ha il nome e il cognome, che la mozzarella (fiordilatte) che la ripiena non è griffata e che il basilico all'anagrafe fa Basilico Ebasta: ma è profumato che se te ne dimentichi un pezzo nell'abitacolo della vetture resta per ore. La melanzana oblunga di Mimì è spaccata a mezzo, ed è generosamente rimpinzata di Fiordilatte e Basilico. Poi è impanata con pane e finocchietto, che conferisce quella caratteristica freschezza, quella virgola verde di cui sentiresti sicuramente la mancanza. Gli indigeni dicono che prima, prima era un'altra cosa. Ma se tu vieni: che so, da Casate Urio, non l'avvertirai tutta questa differenza. Anche perchè prima, prima quella melanzana all'impiedi non l'avevi mangiata.

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