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Momenti

pubblicata il 18.01.2009

C'è nebbia molta, non vorrei iniziare la stagione ciclistica spapellandomi sul cofano di un SUV guidato da quarantenni dall'abbronzatura sintetica intente a pallare nel cellulare ai loro amanti scelti a caso tra agenti immobiliari, commercialisti e costruttori dell'edilizia seriale. I Piccoli Esseri Umani oggi volteggiano con meno euforia del solito, e Phil non ha ancora rotto nulla: l'australiana ha alzato la temperatura a 39.5° e farfugliano cose senza senso. La Cami è arrivata al livello 23 di Blox Forever, ma con la coda dell'occhio ho visto che gabolava: quando lo schema è troppo difficile preme skip e passa a quello dopo. E' impaziente, mi sa che ci devo lavorare su. Ci vuole un brodino. Mi metto lì a fiammeggiare un quarto di cappone avanzato dal Natale che ancora non è giorno, poi aggiungo la coda e un pezzo di doppione. C'è anche un grosso pezzo d'osso da gamba, con le cartilagini. Cipolla, carota e sedano. Impasto a mano le uova con un blend di farinba '0' e un po' di  semola, e tiro la sfoglia con la macchina a manovella. Lascio asciugare le bende lunghe e strette, poi con la coltellina taglio le tagliatelle facendo scorrere la lama sulle unghie, come - ricordo! - faceva la mia nonna Piera, classe '98. Ottocento. Ci vuole la salsa verde: frullo i pinoli con un po' di sale di Cervia, mezza acciuga, uno zic d'aglio, poco pepe e uno stonfio di prezzemolo surgelato, aggiungendo l'olio a poco a poco. La salsa monta e diventa cremosa. Filtro il brodo, bello chiaro: la tagliatelle si cuociono in un minuto. Le metto nelle fondine a nido, con una bella spolverata di Parmigiano Reggiano. Sanno d'antico: la pasta profuma forte d'uovo, il brodo è dolce, i Piccoli Esseri Umani fanno mmm e aaaah e spazzolano. Poi c'è la carne, e il cappone va via come se fosse acqua. Mi godo le cartilagini, con una goccia dell'olio appena arrivato dalla toscana: il gusto amaro in fondo. La coda lessa è un regalo: morbida e saporitissima. La salsa verde funziona, ricorda le domeniche in campagna, a due chilometri da qua. S'apre una bottiglia di Lambrusco, è un Grasparossa di un'azienda a 500 metri da casa mia. Frizzante forte, profumato di fragola e di mandarino. Lo faccio annusare a Phil senza dir niente, e gli chiedo di cosa sa. Lui dice profuma di luna e di stelle, e di mandarino. Son bei momenti.

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